L’acronimo BRIGHT significa “Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in research” (I ricercatori di talento hanno un impatto sulla crescita, la salute e la fiducia nella ricerca), a simboleggiare l’aspetto positivo dell’attività di ricerca e divulgare un messaggio di fiducia al grande pubblico. Questa festa (detta anche Notte dei Ricercatori) si celebra, quest’anno, in Toscana, venerdì 29 settembre. Una delle sedi in cui l’Università di Siena celebra il BRIGHT è lo scavo di San Giovanni all’Isola d’Elba (http://www.bright-toscana.it/programmi/isola-delba/).
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La campagna 2017 a San Giovanni sta entrando nel vivo, dopo un inizio complicato dalla frequenza e dalla veemenza degli eventi atmosferici. Sono stato portato a fare ricerca nella mia terra d’origine (ovvero l’Elba) da due cari amici: Marco Benvenuti (Università di Firenze) e Alessandro Corretti (Scuola Normale Superiore di Pisa), autorevoli ricercatori in campo archeologico minerario e archeometallurgico. Lo scavo di San Giovanni era proprio partito dal progetto di ricerca sulla metallurgia antica all’Elba. Ma in questa circostanza il nostro sorprendente scavo di San Giovanni c’entra fino a un certo punto. O, meglio, viene utilizzato come pretesto per ricordare le attività di ricerca della Università di Siena, nella quale insegno, all’Isola d’Elba e nell’Arcipelago Toscano, realtà straordinariamente ricca per quantità e qualità: quella delle ricerche della Università di Siena all’Elba e nell’Arcipelago Toscano.
Da anni collabora con l’équipe degli archeologi di San Giovanni Claudio Milanesi, del Dipartimento di Scienze della Vita e studioso di archeobotanica, di recupero e identificazione di resti vegetali, di origini dell’agricoltura e di domesticazione delle piante. Grazie a lui abbiamo potuto identificare i resti della fermentazione vinaria all’interno degli orci di San Giovanni e i semi di melo fermentato recuperati dalle anfore, che consentono di identificare una produzione di sidro (quindi una coltura delle mele) oppure un’importazione della medesima bevanda all’Elba. Altre collaborazioni ci attendono.
Lasciamo la rada di Portoferraio. L’estate 2017 verrà ricordata, non potrebbe essere diversamente, come l’estate delle tartarughe marine. Una tartaruga marina ha deciso, proprio all’inizio della stagione balneare, di deporre le sue uova sulla spiaggia di Marina di Campo, una delle più gettonate e affollate dell’estatona elbana. Si tratta della deposizione più settentrionale dell’intero Mediterraneo, coronata da grande successo (103 tartarughine nate). La segnalazione del personale dello stabilimento balneare, da elogiare per prontezza e sensibilità, è stata seguita e accompagnata sia da Yuri Tiberto sia dalla biologa marina Letizia Marsili, della Università di Siena. Letizia, peraltro, fa parte del team impegnato nel monitoraggio della qualità delle acque marine nell’arcipelago Toscano.
Lasciamo anche l’Isola d’Elba e spostiamoci a Pianosa. Qui troviamo impegnato il paleontologo Luca Maria Foresi, che ha ricostruito con successo i paesaggi più remoti dell’Isola del Diavolo e li ha illustrati in una magnifica mostra.
A Pianosa opera anche Stefano Ricci Cortili (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente. Nel suo Laboratorio di Antropologia a Siena si effettuano lo studio e la determinazione di reperti fossili umani nonché il restauro di reperti ossei umani rinvenuti in scavi archeologici e la ricostruzione dei diversi tipi umani per studio ed esposizioni.
Insomma, formiamo, insieme con i giovani che ci seguono, un gruppo piccolo ma agguerrito.
Venerdì prossimo, 29 settembre, nel pomeriggio, il nostro scavo di San Giovanni apre al pubblico in occasione della “Notte dei Ricercatori” (Bright 2017). Invito a farci una visita Claudio Milanesi, Letizia Marsili, Luca Foresi, Stefano Ricci.
Franco Cambi