Lo stato di degrado della zona umida di Mola ha radici passate e difficoltà attuali. Il substrato fronte mare è stato utilizzato a partire da molti anni fa come sito di accumulo rifiuti urbani. I numerosi soggetti pubblici che hanno competenze nell’area si sono incontrati più volte nel 2017 in prefettura per tracciare una linea operativa congiunta. C’è una fascia demaniale, c’è la Capitaneria di Porto, ci sono 2 Comuni, e il Parco. Il Parco dopo un progetto migliorativo realizzato 10 anni or sono, ormai da revisionare, ha avviato nuovi interventi. Nell’estate 2017 il Parco ha rimosso la massa erbacea delle canne aliene, poi ha già commissionato un’indagine sulle condizioni del substrato per stabilire come poter procedere ad una efficace riqualificazione funzionale dal punto di vista idraulico ambientale e non solo ad un maquillage. Ha ripulito l’area del rudere di proprietà, ha fatto la gara per progettarne al sistemazione e a breve si affideranno i lavori. A seguito di finanziamenti ottenuti tramite un progetto con capofila l’Università di Firenze (PIT Agricoltura) il Consorzio di Bonifica di intesa con il Parco metterà in campo interventi per rinaturare la zona umida. Il Parco ha affidato un piccolo incarico preliminare per valutare la disponibilità della risorsa idrica per salvaguardare l’ecologia del biotopo. Recentemente la ditta che sta sistemando i sentieri ha provveduto alla pulizia delle passerelle in un intervallo temporale di fine svernamento.
I rifiuti che vengono dal mare e il ciarpame abbandonato da terra sono il risultato di comportamenti incivili che devono essere repressi. Le forze dell’ordine sono allertate e agiscono per prevenire e reprimere. Non a caso nel recente piano operativo del Reparto Carabinieri per l’Ambiente, sottoscritto di recente dal Parco, si inserisce l’attività di vigilanza sull’abbandono dei rifiuti tra gli ambiti prioritari di sorveglianza. Con fiducia attendiamo i risultati in tal senso da parte dei Carabinieri Forestali. Al contrario, com’è noto, la rimozione di rifiuti dal territorio non rientra nelle competenze del Parco, che, ovviamente, non può nemmeno destinare risorse per tale attività. Di conseguenza non potrà spostare i rifiuti da dove sono stati accumulati attraverso affidamenti a ditte specializzate, proprio per incompetenza.
Ciononostante più volte l’Ente ha collaborato in iniziative dimostrative ed educative per sensibilizzare l’opinione pubblica sostenendo anche una parte di costi per supportare il volontariato impegnato in proficue giornate di pulizia. Lo ha fatto e lo farà ancora.