E’ difficile comprendere le logiche protezionistiche di questo Parco Nazionale che mette in pratica eradicazioni continue, perpetrate spesso in modo violento, maldestro o dannoso, a scapito di esseri viventi di vario genere.
Ora le nuove specie oggetto di questo massacro sono le pernici e i fagiani di Pianosa.
Ma ci chiediamo perché?
La Pernice Rossa è una specie endemica, stanziale, tipica del centro Italia, che a causa di vari fattori sta diventando sempre più rara. Sono ormai pochi i luoghi in cui la Pernice Rossa in Italia riesce a vivere e nidificare e purtroppo da quando è stato istituito il Parco Nazionale le pernici, che prima erano molto abbondanti anche all’ Elba, stanno sparendo. Decidere di portare all’estinzione un ceppo sano e nidificante di pernici che sono a Pianosa da tempo immemore ci sembra un errore, o forse sarebbe meglio dire un orrore.
La scusa, la stessa che era stata usata per le lepri di Pianosa poi rivelatasi errata, è che secondo gli “esperti“ del Parco forse queste Pernici non sono di pura razza (Alectoris Rufa) ma incrociate con altra specie dell’est Europa.
Discorso analogo per i fagiani, un ceppo sano di animali bellissimi che sono stanziali a Pianosa da tempi remoti.
La caccia fa parte delle tradizioni locali, può e deve essere inquadrata in un sistema di sana gestione del territorio, ma questo non ha niente a che fare con le stragi legalizzate, finalizzate all’eradicamento, che sembrano diventate l’attività principale del Parco Nazionale.
L’Arcipelago Toscano può diventare un simbolo di perfetta integrazione tra Uomo e Natura grazie all'amore dei suoi cittadini e grazie ad una storia e ad una cultura millenaria che si respira in ogni angolo di queste terre, ma questo Parco continua ad essere fuori sintonia con le nostre aspettative.
Riconosciamo alla presidenza Sammuri dei notevoli progressi rispetto al passato ma riteniamo che la distanza sia ancora molta e forse non dipende dalla volontà delle persone ma dal sistema normativo del Parco Nazionale.
Fondazione Isola d’Elba Onlus