Le proposte di Enrico Rossi per l’area marina dell’Arcipelago in coincidenza con la nomina del nuovo Presidente del parco Giampiero Sammuri hanno suscitato molto interesse e una discussione che questa volta -c'è da augurarselo- avrà approdi mancati in passato.
Infatti la questione è tutt’altro che nuova solo che in passato si era incagliata nella palude ministeriale che è merito di Rossi avere rilanciato alla luce anche degli eventi calamitosi che hanno confermato quanto alto sia stato il costo delle inadempienze ed errori governativi. Finalmente la regione toscana ha deciso di giocare direttamente la partita e non limitarsi a rimettersi alle decisioni romane. Rispetto al passato il presente rilancia una idea del parco e del suo ruolo a mare che era andata via via perdendosi per strada appannandosi e perdendo credibilità. Perché il tutto non torni presto a riappannarsi la questione è bene che trovi con la massima chiarezza una sua precisa e non confusa collocazione all’interno di una riflessione anche critica sul piano nazionale ed anche regionale sul ruolo delle nostre aree protette che non riguarda solo quelle regionali.
In questi giorni non sono mancate neppure voci critiche vuoi da parte del sindaco del Giglio che di altri per la nomina autorevole ma non del posto. L’affermazione che Il parco non è la soluzione appare un po’ datata perché tutto si potrà dire tranne che non aiuti e non solo a superare l’emergenza.
Su quanto servirà dipende innanzitutto dal sostegno che avrà. Anche la delusione perchè neppure questa volta si è scelto un presidente in loco si può anche capire ma dovrebbe indurre anche chiedersi se le istituzioni locali in questi anni hanno saputo e voluto fare la loro parte. L’impressione è che in troppe occasioni il parco sembra essere rimasto troppo solo. Se parco e istituzioni locali sapranno far massa critica anche il resto potrà cambiare.