Che di parchi e aree protette parlino e parecchio le cronache in tutta Italia è cosa nota. Ma mai come in questo momento il dibattito è stato così confuso.
Intendiamoci oggi è tutt’altro che chiaro cosa sono le province ossia quel che ne resta, e neppure il ruolo dei i comuni brilla per chiarezza, idem per le comunità montane dove sopravvivono in qualche modo, i bacini idrografici e neppure quello delle regioni ordinarie. Dopo il referendum esse vedono ridotte infatti le loro competenze legislative mentre sono cresciute contraddittoriamente quelle amministrative.
Chi rappresenta questi vari soggetti istituzionali sul piano nazionale ANCI,UPI, Uncem, Conferenza regioni sono venute e stanno venendo perciò proposte allo Stato e al Parlamento perché si proceda alla correzione di questo stato di cose, proposte che non possono essere ignorate.
Per i Parchi stato e parlamento non hanno avuto certo più riguardi come ben sappiamo. Ma a differenza di quanto è avvenuto nel passato finora le proposte avanzate non sono risultate molto efficaci. So bene per esperienza personale che non sempre le proposte critiche sono gradite. Quando come direttore di Parchi la rivista di Federparchi criticai il ministro per l’impostazione della 1 Conferenza Nazionale sui Parchi in una lettera a Il Sole-24 Ore, il ministro Ronchi scrisse a Bino Li Calsi presidente di Federparchi chiedendo provvedimenti disciplinari nei miei confronti. Ma non per questo si può rinunciare a fare la nostra parte anche se talvolta scomoda.
Ecco oggi dinanzi a tanta confusione sulla identità e ruolo dei Parchi che rischiano per molti versi di risultare ‘non luoghi’ bisogna rilanciare quella identità dei luoghi parco che la legge quadro ha definito molto chiaramente. Rifarsela con quella legge come avviene ormai da anni ha prodotto questa confusa e pasticciata situazione e non certo quel rilancio di cui si è cianciato.
I luoghi parco una identità ce l’hanno ed è fondamentale affermarla e rilanciarla se vogliamo cambiare davvero le politiche ambientali e di governo del territorio. Nelle oltre 50 pagine del ‘contratto’ di governo di cui si sta discutendo di tutto questo c’è poco e spesso quanto mai confuso.
Ecco perché dobbiamo e alla svelta rimettere mano ad un impegno delle istituzioni perché la politica rioccupi la scena che gli compete nel modo giusto ed efficace.
Quello che stiamo facendo anche con l’aiuto dei libri a questo mira.
Renzo Moschini