Marciana Marina sogna a occhi aperti la sua “Spiaggia d’Oro” raccontata dal suo cantore, il romanziere Raffaele Brignetti, vissuto nella sua Torre per decenni del Novecento. Forse non è più una chimera ma non è ancora una realtà compiuta, non è il paradiso sospirato per i bagnanti. Frutto delle correnti marine, continua a crescere anno dopo anno un arenile di sabbia finissima a ridosso del lungomare di via Regina Margherita. Una ghiotta occasione da non perdere anche se la spiaggia è nata con l’handicap della generazione dentro il porto.
In sintonia con i progetti varati il 28 luglio dello scorso anno sulla variante al piano regolatore portuale, l’8 marzo la Giunta comunale deliberò un atto di indirizzo non solo di abolire finalmente il tabù della clandestinità alla spiaggia battezzata del Capitanino, ma di valorizzarla e soprattutto di renderla balneabile. In una nota esplicativa dell’amministrazione, si leggeva “Con questa delibera, confermano il Sindaco Gabriella Allori e il vicesindaco Donatella Martorella, intendiamo garantire ai nostri ospiti una zona balneare con un arenile, parte in sabbia e parte in ciottoli (fra il moletto del Pesce e il molo dei Sassi ndr), più esteso ma anche più sicuro e maggiormente controllato da un punto di vista igienico sanitario …considerato l’avvio prossimo della stagione turistica, la delibera è immediatamente eseguibile ed i lavori verrano conclusi entro maggio”. I giochi sembravano fatti e la sistemazione promessa è avvenuta in tempi record. E però lo scopo di partenza è fallito per inaspettata penalizzazione mediante il divieto di balneazione con tanto di cartelli esposti dallo stesso Comune al quale spetta la responsabilità di farlo rispettare. Allo stato dei fatti, c'è chi lo rispetta e c'è chi no! Bagni proibiti ma tollerati?
La clamorosa marcia indietro è stata provocata dalla sollevazione di Legambiente Arcipelago Toscano e da una serie di contestazioni che hanno costretto volenti o nolenti gli amministratori a rimangiarsi gli impegni presi: bagni interdetti se dentro il porto; mare inquinato con alti e bassi stagionali secondo le analisi compiute da Goletta Verde proprio in questi giorni tornata alla Marina; mancanza di un vero depuratore; canali di scolo di acque nere; rischio di contagiose infezioni per i più piccini e via caricando bastonature. Un pollice verso che ridimensiona l’identita’ della spiaggia bollata come “apparizione fantasma” e addirittura come “inesistente” dall’ufficio marittimo locale.
Eppure con l’arrivo della calura estiva è frequentatissima non soltanto da cultori dell’elioterapia. Nonostante tutte le avversità, la nuova spiaggia è entrata a testa alta nella pubblicistica ufficiale che reclamizza le bellezze delle coste elbane. In tempi in cui si spendono milioni di euro per ripristinare i pochi e preziosi tappeti di sabbia erosi dalle mareggiate, appare come miracoloso segno del destino l'omaggio che il mare ha voluto fare a Marciana Marina. Sarebbe un controsenso sacrificarla alle ragioni portuali che non hanno mai raggiunto i picchi sperati di arrivi con lo allungamento del molo. Il quale, paradossalmente, ha figliato una spiaggia di pregiata sabbia nel cuore del Golfo marinese, senza riuscire a trasformare la rada in scalo della navigazione da diporto non solo per il piccolo cabotaggio.
Romano Bartoloni
Caro Romano
Spesso i tuoi interventi sono stimolanti e (dal mio punto di vista) condivisibili, questa volta mi pare il caso di commentare quello che scrivi.
Ferma restando la profonda gratitudine che nutro verso l'attuale sindaco marinese, non fosse altro per aver capeggiato il C.L.C. (Comitato di Liberazione dal Capataz), mi pare che debbano mettersi dei punti fermi sulla vicenda.
Il primo è che le aree portuali per legge non sono balneabili da Ventimiglia fino a Trieste lungo tutta a costa italiana isole ben comprese. Il secondo è che tale dettato è basato su sacrosante ragioni: per la insicurezza dello sguazzare tra natanti in movimento e visto che è impossibile che nelle acque portuali non finiscano una quantità di sostanze che rendono le acque insalubri. Il terzo è che un'area portuale non è tale solo in virtù dalla definizione cartografico-urbanistica ma dalla sua reale fisica collocazione, e quella porzione del lungomare marinese è, volenti o nolenti, porto.
Di più, mi pare (ma posso sbagliarmi) che pure la contigua Spiaggia ad Est del Moletto del Pesce sia considerata balneabile in virtù di una sorta di deroga. Quindi, come fu un errore della precedente amministrazione consentire una attività di noleggio di lettini e ombrelloni (che da soli non violavano le norme, ma potevano "distrarre" i pazienti in "elioterapia" dalla sussistente prescrizione di non fare colà il bagno) ancor più ha sbagliato l'attuale compagine di governo a decretarne la balneabilità ed ha fatto bene a fare marcia indietro e meglio farebbe a far osservare a tutti (nel pubblico interesse) la norma.
Sulla questione dei reflui fognari che determinano picchi di inquinamento, ricordo che Marciana Marina è battuta solo da un comunello della costa provenzale francese nella poco invidiabile classifica di "comune più a nord del Mediterraneo privo di un vero impianto di depurazione" una struttura che Comune e ASA, finendola di menare il can per l'aia, dovrebbero decidersi a realizzare. Ma sulla questione c'è da aggiungere che le responsabilità non sono tutte e solo marinesi, se è vero - come mi dicono - che pure i depuratori "a monte" di Marciana e Poggio necessiterebbero di interventi migliorativi e che soprattutto occorrerebbe assicurarsi (anche eventualmente sanzionando chi di dovere) che reflui "privati" non finiscano nei corsi d'acqua che poi alla Marina sfociano.
In ultimo, visto che fai carico a Legambiente della sollevazione del problema, ho sottoposto a Umberto Mazzantini le tue considerazioni ricevendo la seguente risposta:
"Bartoloni mi ha telefonato un po’ di giorni fa dal lungomare di Marciana Marina dicendomi più o meno che era uno scandalo che la gente facesse il bagno in un’area portuale dove ci sono dei troppo pieno fognari e un divieto di balneazione.
Mi ha chiesto delle spiegazioni e gliel’ho date in maniera amichevole, ma mi pare che abbia capito a modo suo buona parte di quello che gli ho detto, può darsi che il telefono funzionasse male.
La ricostruzione che ha fatto della vicenda spiaggia del Capitanino-porto è piuttosto bizzarra, compreso il fatto che se in quell’area c’è da sempre il divieto di balneazione sarebbe colpa di Legambiente e della Capitaneria di Porto, e non delle leggi dello Stato, delle Direttive europee e degli strumenti urbanistici.
Anche l’idea che si potrebbe fare il bagno in quella spiaggia di “sabbia dorata finissima” se non ci fosse il porto è audace, visto che quella spiaggia si è creata proprio grazie all’allungamento del porto, e svuotando la spiaggia della Marina e la sabbia che c’era lì davanti.
Per capirlo basta andare in punta al Moletto e fare caso agli imponenti fronti di erosione in corso, ma mi rendo conto che vista da Poggio la situazione può apparire diversa"
sergio rossi