Il "salto del Gronchetto" non era un tuffo pericoloso, ma impressionante sì, tutti sapevano che bastava una minima spinta perchè la parabola finisse ben distante dagli scogli nell'acqua sicura e profonda, tuttavia quelle pietre aguzze dieci metri e più, più sotto, mettevano paura. Sulla tettoia della garritta dalla quale ci si lanciava c'erano sette o otto maschietti e una ragazza, guardata con incredulità dal resto del branco, ma, tuffatisi i primi due, anche la "bimba" volò giù a rompere il pelo dell'acqua.
Tornando dalle Viste, sulla strada di casa, la prima delle migliaia di "chiacchierate" che avrebbero punteggiato lunghi tratti della nostra vita. Per casualità talvolta abbastanza fortuite ci saremmo ritrovati al Partito, in Consiglio Comunale, al lavoro, ma anche volutamente, in montagna - cercando, noi gente salmastra, di andare sugli sci- e poi a pranzo e a cena a casa mia e di Patrizia, a far le ore piccole ai giardini delle Ghiaie nei dopo-festa dell'Unità, parlando di politica film e libri e dello scibile umano.
Avevamo sviluppato una capacità di comunicare che pure agli altri era evidente, un giorno in una riunione di lavoro un amministratore ci disse "E voi due, che parlate "a occhiate", ci fate sapere anche a noi che ne pensate?"
Un giorno dissi (lei assente) che la sua era la più brillante intelligenza politica che il partito avesse prodotto all'isola, qualcuno ironizzò e io mi ci incazzai come una belva, perché ci credevo davvero, anzi ne ero conscio.
La stimavo soprattutto per il suo non risultare mai banale e scontata, per la capacità di essere anche pesce che salta controcorrente, per la sua ironia (talvolta raffinata, talvolta più rustica, da "via del Carmine"), per come rideva e mi faceva ridere dei miei difetti, del mio caratteraccio.
Dopo una overdose di frequentazione, da anni ormai ci sentivamo poco e niente, e, saputo della sua malattia, carpivo informazioni "di rinterzo" per il timore di rompere i coglioni, riaffacciandomi dopo tanto tempo.
L'ho rivista poco tempo fa - casualmente - e, probabilmente perché la guardavo con gli occhi dell'amicizia, mi era parsa in una forma "accettabile", e ne ero contento. Abbiamo parlato solo per pochi secondi terminati con un incrociato "Dé fatti senti' "volato via nel vento" avrebbe detto quel Bob Dylan che amavamo.
Ciao bimba che ti sei tuffata sempre con coraggio dal Gronchetto e nella vita.
Ciao Daniela ed un abbraccio a chi ti ha voluto bene.
sergio