Con l’arrivo della bella stagione riparte l’assalto a Giannutri da parte delle imbarcazioni provenienti dai porti della terraferma. Domenica 8 luglio l’intero Golfo dello Spalmatoio si era riempito di centinaia di barche di tutte le stazze che hanno senza problemi buttato le loro ancore sulle praterie di Posidonia oceanica e sulle Pinna nobilis - i più grandi bivalvi del Mediterraneo - che nei fondali dell’Isola formano dei veri e propri “giardini”. Queste due specie anche se protette secondo la Direttiva Habitat, in realtà nel Golfo dello Spalmatoio, così come anche a Cala Maestra, non godono di alcuna protezione dato che questo specchio di mare non ricade nel regime di protezione – i vincoli del Decreto istitutivo - del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di cui Giannutri fa parte. Purtroppo dopo 22 anni di Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, a 36 anni dalla prima legge sulla protezione del mare che la prevedeva e a 27 anni dalla legge quadro sulle Aree protette che ne ribadisce l’istituzione, ancora non è stata realizzata l’Area Marina protetta così come era stato previsto per legge.
I danni prodotti dalle ancore in anni di ancoraggio selvaggio sono ben evidenti sulle praterie di posidonia una volta molto più abbondanti. Molte barche poi, si ancorano a pochi metri dagli scogli determinando ancora di più un danno ai fondali di questa splendida Isola.
Vorremmo sapere allora, quando finalmente Giannutri diventerà Area marina protetta e quando si comincerà sul serio a salvaguardare la sua notevole biodiversità marina. Ci piacerebbe assistere sempre più spesso a incontri sorprendenti come quello avvenuto a Cala Spalmatoio domenica mattina quando la Cala è stata visitata da uno splendido pesce spada, e vedere sempre meno barche che assaltano l’Isola. Chiediamo quindi, al Ministero dell’Ambiente, al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, alla Regione Toscana e al Comune dell’Isola del Giglio di lavorare insieme affinché Giannutri venga una volta per tutte tutelata.
Emanuele Zendri