Questa mattina alle 6.00, effettuando la quotidiana ricognizione sulla spiaggia di Lacona alla ricerca delle tracce di ovodeposizione della Tartaruga Marina, ho potuto rilevare - come purtroppo ogni giorno - tracce evidenti dell'incuria e del degrado a cui il prezioso ecosistema spiaggia/duna è sottoposto.
Traccia n.1: tenda piazzata sul piede della duna nell'area retrostante lo stabilimento Sun Beach (vedi foto) sotto lo sguardo materno di una delle costose telecamere di videosorveglianza installate dal Parco Nazionale. All'andata gli occupanti dormivano, al ritorno si stavano preparando, fornellino alla mano, una gustosa colazione vista mare.
Traccia n.2: sempre sul piede della duna, all'altezza del fosso, dopo il bagno dei militari e prima del Camping Valle Santa Maria, gli allegri resti di un falò fumigavano ancora, ristorando il sonno di quattro giovani circondati da numerose bottiglie ed altro colorato pattume. Anche in questo caso la telecamera di sorveglianza, a pochi metri di distanza, sorvegliava attentamente la scena. Quando, terminato il mio giro oltre il Miramar, sono tornata indietro, il quartetto si stava dirigendo pigramente verso l'estremità occidentale della spiaggia per la colazione, lasciando intatte sul luogo le testimonianze del proprio operato, fumaiola compresa.
Abbiamo subito, come da prassi, avvisato i Carabinieri. Purtroppo non avevano pattuglie disponibili...
Nella passate settimane di pattugliamento ne abbiamo viste - e debitamente segnalate - di tutte: accampamenti di canoe e tende, mezzi meccanici che riducevano la spiaggia a un cantiere, quotidiano martirio del cordolo di contenimento ormai definitivamente declassato a passatoia. E questo solo per quanto riguarda la parte visibile dalla spiaggia: per nostra esperienza le violazioni nella parte più interna e nascosta dell'area dunale sono sicuramente più numerose.
Legambiente ha denunciato già a partire dal 2016 e con maggiore preoccupazione nel 2017 la situazione di involuzione del progetto Dune, sul quale il Parco ha investito ingenti capitali e per il quale la nostra Associazione, insieme ad altre forze del territorio, ha speso tante energie.
Abbiamo portato l'attenzione, non da soli, sull'inefficacia dei goffi minuscoli cartelli di segnalazione, sulla pericolosità degli invitanti "buchi" nella recinzione, sul progressivo trasformarsi dei sacconi ormai sfondati in una trafficatissima strada pedonale, sull'invasione dell'area recintata ormai quotidiana e indisturbata.
Continuiamo a chiederci a cosa servano e chi controlli le telecamere sulle dune costate decine di migliaia di euro; continuiamo a chiederci e chiedere se la "salvaguardia dell'area dunale" è un progetto del Parco Nazionale o è stato solo un costoso spot, presto reso obsoleto da altre esigenze comunicative.
Maria Frangioni
Presidente di Legambiente Arcipelago Toscano