Crolli, esondazioni, frane con gravi danni e vittime stanno riproponendo polemiche anche indecorose sulle responsabilità. Detta in altri termini; quali politiche sono alla base di questi disastri? E qui casca l’asino perché come si può chiaramente vedere nelle politiche di tutela; suolo, paesaggio, biodiversità, il problema più che le leggi –in molti casi valide e stagionate-è il loro rispetto e attuazione. Che nei territori protetti non si possano fare i propri comodi a partire dall’abusivismo è scritto a chiare lettere in leggi vecchiotte –come per la biodiversità, la fauna, le coste, gli argini dei fiumi, Alpi e Appennino, aree interne dove occorrono politiche in grado di raccordare una effettiva ed efficace collaborazione tra stato, regioni ed enti locali. Non certo quella prevista e bocciata del Referendum, nè quella che ha marginalizzato le province e messo spesso fuori gioco i comuni perché troppi e troppo piccoli. Ma qualcuno ha visto quanti solo i comuni nei principali stati europei? Eppure in questi ultimi anni in parlamento e nel resto delle istituzioni si è lavorato soprattutto per affermare che anche le spese ambientali dovevano essere affidate sempre meno allo stato, salvo poi non riuscire ad utilizzare al meglio neppure i contributi comunitari sui quali abbiamo pagato salate multe per le nostre inadempienze. Insomma prima gli sprechi poi gli italiani. Anche in regioni come la nostra, che di buone leggi non manca, quante sono ancora le situazioni critiche in territori delicatissimi –penso alle Apuane o al mare dove ha scorrazzato Schettino-dove stato, regione, enti locali non riescono a collaborare adeguatamente, ma a litigare si; evito per ragioni di spazio gli esempi che quasi ogni giorno troviamo peraltro in cronaca. Ma sempre meno di tutto ciò si riesce a discutere costruttivamente in quelle sedi istituzionali dove si dovrebbe decidere collegialmente cosa fare e chi deve farlo e come.
Ecco perchè una riflessione critica congiunta su questi problemi ormai si impone per le nostre istituzioni e tutti quei soggetti interessati e impegnati a cambiare finalmente musica.
Renzo Moschini