Come recentemente evidenziato anche dal Presidente dell'ESA (http://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/3179-esa-il-cittadino-incide-sui-prezzi-del-servizio-rifiuti), il riciclaggio dei rifiuti incide direttamente sulle tasche dei cittadini nella forma di maggiori costi per lo smaltimento dei rifiuti urbani. C'è in realtà un'altra ragione piu' profonda che dovrebbe spingere tutti noi umani a prestare sempre piu' attenzione alla produzione e gestione di rifiuti, con particolare attenzione alla plastica ed al suo riciclaggio.
Ricerche recenti rivelano che persino aree remote degli oceano sono affette da livelli sempre crescenti di inquinamenti di rifiuti platici sul fondo marino. Lo studio, pubblicato di recente sulla rivista Marine Pollution Bullettin, evidenzia come la quantità di spazzatura sui fondali marini (molta della quale plastica) sia praticamente raddoppiata in un lasso di tempo dal 2002 al 2011. I ricercatori hanno esaminato piu' di 2.000 foto dei fondali marini profondi nella zona norvegese del circolo polare Artico, rilevando densità di rifiuti di plastica con densità variabili da quasi 4.000 a piu' di 7.700 pezzi per km quadrato.
Sebbene circa il 60% della superficie della Terra sia costituita da fondali marini molto poco si sa ancora oggi sui livelli di inquinamento dei fondali profondi, con particolare riferimento ad aree remote come i fondali dell'Artico. Sebbene la discarica di rifiuti solidi in mare sia bandita sin dal 1988 (Convenzione MARPOL1, annesso V), questi studi hanno rivelato che neanche le aree piu' remote dei fondali marini sono esenti dalla presenza di spazzatura in mare
Gli effetti della contaminazione della plastica sui piccoli organismi marini devono ancora essere determinati. La "microplastica", piccoli frammenti di plastica spezzettati dall'azione della luce solare e del moto ondoso, finiscono infatti con l'essere ingeriti dagli organismi marini dei livelli piu' bassi della scala alimentare (crostacei, molluschi e piccoli pesci), e si accumulano nei predatori ai livelli piu' alti fino a finire nella catena dell'alimentazione umana. Ergo: se continuiamo a gettare l'immondizia nel frigorifero, non possiamo poi pretendere di non trovarla nei nostri piatti.
Le isole come l'Elba costituiscono habitat estremamente fragili e delicati, ma sono anche siti ideali per sperimentazioni ardite: perchè non lanciare una proposta per un'arcipelago a plastica limitata? Essa costituirebbe un segnale forte e significativo, unico nel suo genere al mondo, in direzione di un corretto rapporto tra uomo e natura e di una corretta e sostenibile gestione del nostro territorio.
Per approfondire:
http://ec.europa.eu/environment/integration/research/newsalert/pdf/313na2rss.pdf
Michele Cocco
FOTO: Tazza in plastica trovata nel relitto del Titanic
Photo credit: National Geographic Dic.2004.