Siamo lieti di scoprire che gli interventi sui due sentieri di Giannutri in zona A e B del Parco Nazionale, non abbiano nulla a che vedere con il progetto di valorizzazione dell’Isola bensì con il piano antincendio. In effetti non si comprenderebbe come per valorizzare un Parco Nazionale si debba modificare un sentiero naturale. Riconoscendo questa finalità chiediamo allora al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che tali sentieri siano interdetti al passaggio di veicoli se non quelli adibiti all’anticendio, al soccorso o solo previa autorizzazione, ai veicoli per la manutenzione del Faro di Punta Capel Rosso. Non vorremmo che Giannutri diventi un’Isola per le macchine.
Con la finalità di valorizzare le peculiarità naturalistiche terrestri e marine di Giannutri chiediamo che il Parco si doti finalmente di un disciplinare per l’attività subacquea in zona 2, che impedisca le immersioni se non presso i campi boe che speriamo vengano posizionate quanto prima possibile. Il disciplinare dovrebbe definire un numero di subacquei prestabilito che sosti nell’area per un determinato tempo e con un numero definito di immersioni giornaliere e di imbarcazioni per ogni boa così come fatto per Pianosa. Dopo oltre venti anni dall’istituzione del Parco Nazionale non si capisce perché l’attività subacquea non sia ancora regolamentata e si accetti che le imbarcazioni che portano i sub, debbano ancorarsi in maniera selvaggia buttando l’ancora direttamente sul fondale roccioso (come da noi documentato e denunciato da almeno 15 anni).
Vorremmo poi, che ci fossero delle linee guida date dal Parco per i charter che portano i turisti sull’Isola che dettino regole sull’ormeggio, sulle informazioni da dare ai turisti, sulla loro permanenza e impediscano che le imbarcazioni sostino con i motori accesi.
La valorizzazione dell’Isola di Giannutri per noi poggia prima di tutto sulla sua tutela e protezione.
Emanuele Zendri, responsabile Legambiente per Giannutri