Molti gli studenti presenti al Convegno "Isole da Salvare azioni concrete per salvarci dalla plastica", che si è svolto a Portoferraio nell'auditorium del Centro culturale De Laugier. Un'iniziativa voluta dal Parco nazionale Arcipelago toscano (Pnat), da Elbana servizi ambientali (Esa) e da Legambiente, per sensibilizzare sulle buone pratiche in tema di produzione e raccolta differenziata dei rifiuti. Il sindaco di Portoferraio, Mario Ferrari, ha ringraziato per la manifestazione e per il lavoro che i soggetti organizzatori portano avanti nella società, soprattutto con i progetti scolastici. A moderare il convegno è stata la giornalista di Sky TG24 Tonia Cartolano che, con puntualità, ha formulato specifiche domande ai relatori per rendere i contenuti adatti anche i più giovani presenti in sala. Il video proiettato all'inizio ha subito introdotto il pubblico nel tema, mostrando i danni prodotti dall'uomo sulla natura e il livello di allarme mondiale per il problema dei rifiuti, specie in mare, dove si è formato un continente, un’isola galleggiante, grande tre volte la Francia, il Pacific Trash Vortex, che nessuno ancora sa come far sparire.
Che fare per affrontare la situazione?
Il presidente del Parco e di Federparchi, Giampiero Sammuri, ha parlato di macchine mangia plastica in tutti parchi, in cambio di sconti su visite turistiche e merchandising. E la sperimentazione partirà proprio dal Parco dell’Arcipelago Toscano. "Il tema dei rifiuti - sottolineato Sammuri - non è di diretta competenza dell’Ente, ma, in collaborazione con Legambiente ed Esa, il Parco è impegnato nella progettazione di azioni di educazione ambientale e di sensibilizzazione nelle scuole. I ragazzi spesso sanno diventare sentinelle intransigenti della tutela dell’ambiente più degli adulti da qui l’importanza di coinvolgerli in questa sfida".
Ad Antonio Furiano di Corepla è toccato presentare i dati della raccolta della plastica che risultano significativamente cresciuti, da 1,9 kg pro capite nel 1998 a 17,7 nel 2018."Siamo sulla buona strada – ha detto - ma non ci sono sufficienti impianti che consentono di trasformare in nuova energia il 40 % dei rifiuti, cioè la parte che non può essere riusata. La plastica è utile e non va demonizzata, va solo saputa smaltire e riusare ragionando sempre in una logica di economia circolare". Roberto Di Molfetta di Comieco ha parlato del riciclo di carta e cartone, ricordando che, in una competizione fra isole italiane, l’Elba è stata premiata nel 2017. "Anche in questo settore è importante sempre di più aumentare la raccolta differenziata contribuendo a remunerare il proprio Comune e pagare meno tasse". La tipologia degli impianti è fondamentale ed è attualmente la riconversione di essi orientata al riciclo degli imballaggi, invece che della carta grafica, al fine di trasformarli in compostabile. Incrementare la raccolta della carta oltre a fare bene all’ambiente dà ossigeno alle cartiere e crea posti di lavoro. Stefano Mambretti di Novamont, azienda di produzione di materiali biodegradabili e compostabili, ha spiegato che alla base di un reale rivoluzione c'è il cambiamento delle nostre le abitudini. Non poteva che portare l'esempio dei sacchetti del supermercato, in materiale riciclabile, che hanno spinto le persone, in numero sempre più consistente, a non usare borse usa e getta. Su questa linea occorre ripensare molti prodotti. Sono in aumento le persone che prendono acqua alle fontanelle riusando le bottiglie. Il riciclaggio e il riuso oltre a tutelare l’ambiente crea opportunità di lavoro.
Antonio Castagna, esperto di economia circolare e di politiche ambientali, ha parlato di economia lineare e circolare. "Usare un pannello di truciolato – ha spiegato - significa ragionare ancora in un economia lineare in cui si utilizza materiale riciclato solo in una parte per processo. Poi però il pannello, pieno di colla e resine sarà difficile smaltirlo nella natura da cui proviene. Quindi per ragionare in un’economia circolare bisogna ripensare il prodotto e insieme anche il servizio, cioè creare un prodotto che si possa far ritornare nella natura. Il che significa riprogettare il sistema economico, cosa molto complessa. Bisogna cambiare paradigma e teorie, anche le azioni che pensiamo, devono puntare ad attivare un processo di economia circolare. E’ necessario fare azioni coerenti con il nuovo paradigma, e non che riparano il vecchio, altrimenti non facciamo altro che ritardare il danno".
Legambiente, con Sebastiano Venneri, ha ricordato come ci siano molti oggetti inutili che possono sicuramente essere sostituiti o evitati come i cotton fioc, i palloncini , le cannucce, i piatti usa e getta, che sono tra gli oggetti più frequentemente trovati sulla spiaggia e nello stomaco dei pesci e quindi anche nella nostra catena alimentare. Inquietante sapere che il livello di dispersione delle microplastiche è già pesantemente arrivato nel nostro cibo.
Due classi liceali di Portoferraio hanno presentato due esempi di possibili buone pratiche, risultato di un'attività progettuale realizzata a scuola, in collaborazione con Legambiente. Il primo progetto è Il negozio leggero un supermercato senza imballaggi o con vuoto a rendere. Un modo per eliminare gli sprechi, rispettare l'ambiente, abbattere i costi e far diminuire di molto le emissioni di andride carbonica. Il secondo progetto è Ecofesta, un modello per l'allestimento di feste paesane e sagre per ridurre l'impatto ambientale. Si tratta, per esempio, di evitare l'uso di stoviglie monouso in plastica a favore di materiali compostabili, di limitare l'inquinamento acustico e di utilizzare mezzi pubblici per evitare l'afflusso di auto. Gli studenti hanno preso in esame quattro feste elbane (Castagnata di Poggio, Palio dei somari di Campo, Festa dell'uva di Capoliveri, Festa di Monserrato di Porto Azzurro), evidenziando il valore comunitario e i punti di forza e le criticità. Il modello elaborato dagli studenti è già stato applicato alla Festa delle Farfalle che si è svolta a primavera sul Monte Perone, con trekking, utilizzo di stoviglie biodegradabili e prodotti a km zero. "Questi lavori, sono un'ulteriore conferma della importanza di lavorare sulle nuove generazioni", hanno concluso Sammuri e Gabriella Solari presidente di Esa.
Un passo in avanti nei percorsi di promozione della cultura ambientale
Il Convegno elbano costituisce un tassello nei percorsi di promozione della cultura ambientale. La competenza dei relatori, unita ai lavori degli studenti, ha consentito di parlare di questioni importanti con un linguaggio accessibile. Molti i contenuti espressi in più di due ore e mezzo. E' vero che sono stati utilizzati video e presentazioni, ma la soglia di attenzione ha dei limiti. E non solo nei giovani. L'intervento di Antonio Castagna, in finale di convegno, poteva forse essere collocato all'inizio. Sì, perché al centro c'era il riferimento al cambio di paradigma culturale. E questo avrebbe potuto dare il la ai successivi interventi. Tra il pubblico, qualcuno ha osservato che, iniziare con i dati della raccolta della plastica, poteva creare disorientamento, facendo credere – erroneamente – che esiste sempre un rimedio alla crescita della quantità di rifiuti, in particolare delle plastiche. Certamente non era questa l'intenzione degli organizzatori e dei relatori. Ma si sa che i non-addetti ai lavori spesso restano influenzati dalle prime impressioni.
Tutte le azioni, possibili e doverose, devono tener conto del contesto più ampio. Ogni iniziativa può essere occasione per ribadire l'attuale generale subordinazione al "paradigma tecno-economico", cioè, come scrive papa Francesco nella Laudato si', all' "interesse economico [che] arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l'informazione per non vedere colpiti i suoi progetti". E' la divinizzazione del mercato. "L'uomo moderno – continua papa Francesco citando Guardini - non è stato educato al retto uso della potenza, perché l'immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell'essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza". Oggi l'essere umano non avverte la serietà delle sfide, non ha autocoscienza dei propri limiti, crede di essere pienamente autonomo. Invece, "la sua libertà si ammala quando si consegna alle forze cieche dell'inconscio, dei bisogni immediati, dell'egoismo, della violenza brutale. (…). Gli mancano un'etica adeguatamente solida, una cultura e una spiritualità che realmente gli diano un limite e lo contengano entro un lucido dominio di sé".
Insomma, un nuovo paradigma.
Nunzio Marotti