Si è tenuta all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), la conferenza finale del progetto Sea level rise scenarios along the Mediterranean coasts (SaveMedCoasts –– Scenari di aumento del livello marino lungo le coste del Mediterraneo) finanziato dalla Direzione generale per la protezione civile e gli aiuti umanitari dell’Unione Europea (Dg-Echo) per il 2017-2018.
All’appuntamento, importante occasione per un punto della situazione e uno scambio di informazioni sulla valutazione dei rischi costieri causati dall’innalzamento del livello marino, hanno partecipato Augusto Neri, direttore del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, i partner del progetto, Auth – Università Aristotele di Salonicco, Cgiam – Centro di geomorfologia integrata per l’Area del Mediterraneo, Cmcc – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, gli stakeholder (ISOTECH – Environmental Research and Consultancy, Cipro; PEDIN – Regional Union of Municipalities of Ionian Islands, Grecia) e la stampa.
Marco Anzidei, primo ricercatore Ingv e coordinatore del progetto, sottolinea che «Alla giornata ha partecipato anche l’officer della Dg-Echo, Dr. Liassides Panayiotis, che ha apprezzato le attività e i risultati ottenuti, nello spirito di servizio per le popolazioni costiere del Mediterraneo«.
Obiettivo dell’incontro è stato presentare lo stato dell’arte del progetto: «In particolare, le motivazioni scientifiche e le fasi principali di SaveMedCoasts che seguono le linee guida internazionali per la gestione integrata della fascia costiera e delle popolazioni residenti, le proiezioni di aumento del livello del mare lungo le coste mediterranee fino al 2100, le valutazioni degli impatti socio-economici dovuti alle inondazioni attese e legate ai cambiamenti climatici (utili all’adozione di misure di prevenzione e di mitigazione del fenomeno) e alcuni casi di studio sugli scenari attesi di inondazione costiera in Italia, Grecia, Francia ed Egitto, dovuti anche a tempeste e tsunami».
Anzidei conclude: «Sulla base degli scenari climatici dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) e dei dati geospaziali analizzati da SaveMedCoasts e condivisi attraverso un Web-GIS accessibile dal sito Web del progetto, sono state realizzate, inoltre, delle mappe ad alta risoluzione in grado di descrivere gli scenari attesi per aree specifiche che includono anche siti censiti dall’Unesco».