Gentili Sindaci,
Vi scriviamo per sensibilizzarVi sui potenziali gravi pericoli per la salute a cui sarebbero esposti i cittadini residenti e gli ospiti dell'Isola d'Elba qualora le Vostre Amministrazioni decidessero di installare la rete 5G (quinta generazione della telecomunicazione). La rete 5G usa frequenze che vanno da 3,4 a 3,8 GHz, ma prevede anche l’impiego di frequenze superiori ai 6 GHz e, in un secondo momento, di onde millimetriche (oltre 30 GHz), mai utilizzate finora su larga scala. Studi sperimentali condotti su animali esposti a onde millimetriche hanno evidenziato alterazioni della frequenza e del ritmo cardiaco, alterazioni del sistema immunitario, aumento dell’antibiotico-resistenza, cataratta, effetti teratogeni, danni a carico della cromatina, alterazione dell’espressione genica.
[1]. Oltre 180 ricercatori di 37 Paesi chiedono una moratoria sull’installazione della rete 5G finché non saranno effettuati studi attendibili ed indipendenti sull’impatto sanitario e ambientale (http://www.infoamica.it/appello-per-fermare-le-telecomunicazioni-5g/)
[2]. Anche l’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) Italia, nel rispetto del Principio di Precauzione e del Principio OMS “Health in All Policies”, chiede una moratoria sulla sperimentazione del 5G “fino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario, messe in atto valutazioni del rischio e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari degli esposti che dovrebbero essere informati dei rischi potenziali”
[3]. Un ulteriore appello del Comitato scientifico ISDE, rivolto ai Paesi europei, chiede la sospensione del roll-out del 5G (aprile 2018)
[4]. La tecnologia 5G aumenterà considerevolmente l’esposizione della popolazione alle radiofrequenze. Come dettagliatamente documentato nelle edizioni del monumentale BioInitiative Report (2007, 2012 e 2014), centinaia di studi scientifici sottoposti a peer review associano l’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali (CEM) sia a bassa frequenza (Extremely Low Frequency, ELF) sia ad alta frequenza (Radiofrequenze-Microonde, RF-MO) a tumori al cervello negli adulti e nei bambini; leucemia negli adulti e nei bambini; aumentato rischio di malattie degenerative come l’Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica; tumore alla mammella; alterazione delle funzioni immunitarie (che includono allergie e amplificata risposta infiammatoria); aborto ed effetti sul sistema cardiocircolatorio; alterazione della funzionalità, della forma e del numero degli spermi
[5]. Tali effetti si verificano a livelli di esposizione di gran lunga inferiori ai limiti di legge. Studi recenti evidenziano che l’esposizione alle radiazioni usate nelle applicazioni WLAN/Wifi (Wireless Local Area Network) provoca stress ossidativo, danno agli spermi e alla struttura cellulare del testicolo, alterazioni neurologiche con modificazione bioelettrica del cervello, apoptosi, danni al dna, alterazioni del sistema endocrino, massiccio afflusso di ioni calcio attraverso la membrana cellulare, ed anche disturbi dell’attenzione, della memoria e dell’apprendimento, causati dall’effetto citotossico
[6, 7]. Inoltre, l’esposizione ai CEM di bassa ed alta frequenza (ELF e RF-MO) può determinare l’insorgenza di una patologia ambientale denominata Elettrosensibilità (EHS), per la quale diversi ricercatori hanno chiesto l’inserimento nella classificazione internazionale delle malattie (ICD). Già nel 2009 il Parlamento Europeo ha invitato gli Stati membri a riconoscere l’elettrosensibilità come invalidità seguendo l’esempio della Svezia. L’elettrosensibilità è una patologia cronica che si riacutizza ogni qual volta il soggetto si espone ai CEM artificiali ed è caratterizzata da una moltitudine di sintomi aspecifici che possono variare per intensità, frequenza e durata e che tendono ad aggravarsi e a cronicizzarsi implicando un degrado della qualità della vita e a volte compromissione o perdita della capacità lavorativa. Il numero delle persone affette da EHS è in costante aumento
[8]. L’Agenzia Europea per l’Ambiente afferma che i dati scientifici sulle RF non lasciano dubbi sull’opportunità di adottare il Principio di Precauzione. Anche il Consiglio d’Europa, nella Risoluzione 1815 del 27 maggio 2011, appellandosi al Principio di Precauzione, chiede agli Stati membri di limitare l’esposizione della popolazione alle RF-CEM considerando come soggetti a rischio bambini, donne incinte e anziani
[9, 10]. Secondo il Principio di Precauzione, diventato principio generale dell’Unione Europea ed applicato non solo nel settore ambientale ma anche in quello della tutela della salute e dei diritti dei consumatori, “per proteggere l’ambiente gli Stati debbono applicare intensamente misure di precauzione. Qualora esista il rischio di danni gravi e irreparabili, la mancanza di certezza scientifica non può costituire il pretesto per rinviare l’adozione di misure efficaci, anche non a costo zero, per la prevenzione del degrado ambientale”. Lorenzo Tomatis, già direttore della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), a proposito delle radiofrequenze afferma che “adottare il Principio di Precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si consideri l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico dando priorità alla qualità della vita e all’equità sociale e ponendo il mantenimento della salute al di sopra dell’interesse economico”.
Vi invitiamo a prendere tutte le misure ragionevoli al fine di fermare la diffusione della tecnologia 5G, dichiarando il territorio insulare 5G Free finché non saranno effettuati studi attendibili e indipendenti sull’impatto sanitario e ambientale; a non installare ulteriori hot-spot che aumenterebbero significativamente l’inquinamento elettromagnetico e, di conseguenza, i danni alla salute; ad adottare misure di cautela al fine di limitare l’esposizione della popolazione alle RF; a riservare spazi liberi da RF soprattutto se destinati ai bambini (parchi pubblici, asili); a invitare i Dirigenti scolastici delle scuole di Sua competenza ad utilizzare reti cablate per il collegamento a internet; a promuovere campagne d’informazione. Per tali ragioni Vi chiediamo cortesemente un incontro in tempi brevi anche con esperti e ricercatori liberi da conflitti di interesse.
Articolo su Studio Istituto Ramazzini di Bologna su effetti biologici da irradiazione CEM Wi-fi: https://www.abruzzoweb.it/contenuti/tumori-e-5g-studio-conferma-il-legame-tecnologia-enorme-e-fuori-controllo-/667216-5/?fbclid=IwAR1z7TT1T128pwH2WKR4se_4C6mo1qLyjGQ-xc34hbj5k-6gMr13piaEQZ0
Andrea Isolani