E’ stato pubblicato il PAER (piano ambientale energetico regionale) in data ottobre 2012. Come si ricorderà lo aveva preceduto una legge regionale in cui sorprendentemente si stabiliva che al piano energetico anche i parchi regionali avrebbero dovuto conformare i loro piani; più che una sconcertante svista una vera cazzata.
Visto questo precedente è naturale che il piano interessasse molto proprio per capire di che morte dovranno morire i nostri parchi, tanto più dopo i ripetuti rinvii e fallimenti di una nuova legge regionale di cui ormai si sono perse anche le tracce. Interesse inoltre accresciuto dal fatto che ad un certo punto -sia pure molto confusamente- sembrava che l’idea di una nuova legge regionale fosse stata definitivamente accantonata per lasciare il posto ad un adeguamento normativo contestuale al nuovo piano paesaggistico dopo gli accordi regionali con il ministero dei beni culturali, volto anche a revisionare e correggere il PIT quanto mai lacunoso proprio su questi aspetti.
Insomma ce n’era e ce n’è quanto basta per vedere cosa riserva ai parchi e alle aree protette il ponderoso documento di quasi 100 pagine, tanto più che come ricorda l’assessore Bramerini della sua presentazione, esso sostituisce il piano d’azione ambientale e quindi il capitolo biodiversità ovviamente molto importante per la questione che ci interessa, perchè esso sovraintende a tutte le competenze del suo assessorato e quindi anche i parchi. I parchi e le aree protette fanno la loro comparsa a pag 23 con il compito di aumentare la fruibilità e la gestione sostenibile delle aree protette e conservare la biodivedersità terrestre e marina. Non si tratta certo di una novità che però sembra poi ridursi al turismo il che è davvero un po’ poco specie di questi tempi. Tanto è vero che non ci prende neppure la briga di dire cosa in questi anni specialmente i parchi della Maremma e di San Rossore sono riusciti a fare -e non sulla base di questi inviti generici-ma dei loro piani e progetti che hanno avuto anche importanti e significativi riconoscimenti nazionali e internazionali. Per il resto apprendiamo che sui nostri 3 parchi regionali l’IRPET sta facendo uno studio sulla base dei bilanci che metterà a confronto con quelli di altri parchi regionali. Che per anni siano circolati testi di riforma della attuale legge regionale in cui giustamente si parlava di un nuovo ruolo delle ANPIL mentre entravano in gioco anche altri parchi provinciali e si parlava di altri parchi regionali come quello della Val di Cornia qui non c’è parola. Si susseguono, ad esempio, nel testo i richiami alla esigenza di azioni integrate marino-terrestri, marino-costiere ma compare in riferimento ai parchi e alle protette vero passaggio cruciale di queste politiche comunitarie e nazionali solo un riferimento alla Meloria e uno assai vago all’Arcipelago Toscano dove dopo anni non è stata ancora istituita l’area marina protette; insomma come avere il parco del Gran Paradiso senza l’area montana.
Colpisce inoltre che nei riferimenti a chi dovrà assicurare per i vari progetti e comparti a comuni, province, comunità montale, ASL e così non compaiano mai i parchi che sono soggetti istituzionali titolari di piani che interferiscono nell’ampio ambito ambientale a cui pure fa riferimento il testo della legge. In sostanza i parchi nel piano energetico ambientale fanno appena capolino e limitatamente a poche cose mentre urge finalmente un provvedimento e in ogni cado una idea e proposta politica che dopo tante chiacchere resta ancora un mistero.