In due siti archeologici protostorici (Calanche e Mure) presenti sul massiccio del Monte Capanne si trovano ancora oggi strutture murarie edificate a secco, ovvero con la sola sovrapposizione di pietre monzogranitiche raccolte sul posto.
La loro realizzazione, di verosimile origine difensiva, può essere collegata ai rispettivi insediamenti montani databili alla fine del II millennio avanti Cristo, abitati da popolazioni dedite ad attività frutto dell’aspro ambiente montano dell’occidente elbano: pastorizia e tessitura.
Nel caso dell’insediamento delle Calanche – che con i suoi circa 900 metri di altitudine risulta essere l’antico abitato più elevato dell’Elba – si trovano i resti di una bassa e oramai sconnessa muraglia (punto d’inizio: 42.767132, 10.180057; punto di fine: 42.766992, 10.180201) che, partendo dall’antropomorfa rupe del Gobbetto, si sviluppa per circa 17 metri in direzione sud-est.
Qualcosa di analogo, sebbene in maniera esponenziale, avviene sul vasto altopiano delle Mure (630 metri di altitudine), a cavallo tra le vallate di Pomonte e di Seccheto. Lassù si trovano le tracce di un altro insediamento protostorico che però, stando ad alcuni reperti rinvenuti negli anni passati, venne frequentato anche ben più tardi, in età ellenistica. Proprio alle Mure sorge un imponente apparato di tre strutture murarie a secco – «mure» in vernacolo locale; la prima menzione della località risale al 1802, nella forma «Campo alle Mure» – che si articolano assecondando lo sviluppo longitudinale del crinale.
La prima bassa muraglia corre lungo lo spartiacque per ben 165 metri (punto d’inizio: 42.756337, 10.159063; punto di fine: 42.757449, 10.160136) con andamento grossolanamente rettilineo, mentre la seconda si snoda lungo il fianco del crinale per circa 125 metri (punto d’inizio: 42.755514, 10.159980; punto di fine: 42.756534, 10.160393); infine, dove l’altopiano comincia ad abbassarsi di quota, sorgono i resti di un’altra bassa muraglia lunga circa 70 metri (punto d’inizio: 42.753939, 10.154448; punto di fine: 42.753683, 10.155186) disposta trasversalmente rispetto alle due precedenti. L’ultimo caso ad oggi noto è quello dell’altopiano della Tabella, nel Marcianese, la cui scarpata occidentale è delimitata da un’altra muraglia posta ad 820 metri di quota (punto d’inizio: 42.773548, 10.139816; punto di fine: 42.773762, 10.140319) che ingloba alcuni grossi massi e si sviluppa per circa 50 metri. Alla Tabella, zona un tempo intensamente sfruttata per la pastorizia, non sono mai stati rinvenuti frammenti ceramici che potessero attestare una frequentazione umana in tempi protostorici; per tale motivo, al momento, una datazione delle strutture murarie della Tabella risulta alquanto problematica, a meno che non le si intendano come un limite dei pascoli creato dagli stessi pastori cui si devono i due vasti «caprili» presenti sull’altopiano.
Silvestre Ferruzzi