A proposito della strada della Cala vorrei esprimere la mia opinione, ne ho lette tante sull'argomento e credo che una in più ci possa stare.
Circa 60 (sessanta) anni fa,percorrendo a bruzzoletto il ripido sentiero che dalla casa dei nonni della Cala portava, attraverso bellissimi vigneti,macchia mediterranea e la parte scoscesa della Ripa, a Marciana Marina circa 45 minuti di cammino.
Durante il percorso mi venne voglia di chiedere alla Nonna -Ma perché non ci fanno una strada che si possa passare un po meglio? -E'.. ci piglieno pel sedere.- Rispose Nonna attenta a non dire parolacce al nipotino.
-Quelli di su ( Marciana) dicheno che dipende da quelli di giù (Marciana Marina) e quelli di giù dicheno che è tutta colpa di quellidi su. Tonando ai nostri tempi il mondo ha fatto molti progressi e le persone che contano si esprimono con più raffinatezza ma, la musica è sempre la stessa!
Il solo leggere che il Presidente del Consiglio Monti nei primissimi mesi di governo di governo di questo malridotto paese abbia trovato il tempo di leggere,valutare attentamente e poi firmare il decreto che boccia definitivamente la realizzazione dell stradina della Cala, mifa pensare alle parole della cara nonna Mechina.
Leggere da qualche parte che la realizzazione di una strada di minime dimensioni con l'allagamento dello stradello esistente porterebbe alla distruzione di arbusti rari e insostituibili con danni catastrofici per la flora la fauna e infine per l'umanità il tutto descritto particolareggiatamente da illustri accademici!.... Aiuto Nonna!
Penso che una stradina asfaltata a mezza costa serpeggiante secondo l'andamento del terreno con incanalati tutti i servizi necessari al giorno d'oggi, Acquedotto,fognature,luce e telefono non farebbe schifo a nessuno, e avrebbe potuto permettere il ripristino della coltivazione di quei vigneti che una volta erano uno spettacolo,e ora sono invasi dalle lame (rovi) i muretti distrutti dai cinghiali e dai mufloni. Si sarebbe potuto eliminare quello schifo, quello si, di tubi di polietilene che serpeggiano dappertutto, eliminare lo sbottinamento selvaggio.
E inoltre mi meraviglia che qualcuno come Legambiente o L'Ente Parco gioiscano della vittoria contribuendo alla non realizzazione di opere che invece dovrebbero far parte del loro programma istituzionale di rendere l'ambiente più vivibile e promuovere il ritorno a culture abbandonate che una volta erano il sostentamento di molte famiglie.
Fanco Catta
Caro Franco,
Scusa se ci ho messo un po’ di tempo a risponderti ma ho dovuto ripescare una decina di articoli pubblicati in passato per ri-documentarmi poiché la faccenda è un po’ più articolata di come ce l’hai rappresentata.
Bella la storia di nonna Mechina, per iniziare, ma ti sei scordato di dire che poi quella strada si è fatta: è quella che da La Torre della Marina porta alla Caletta e si ferma al cancello incriminato che chiude una proprietà privata.
Ti sei anche dimenticato di dire che esiste un’altra strada comunale pedonale più a monte (e un’altra che scende dal Maciarello) e che i proprietari della “stradina” che tu vorresti asfaltare (ma Ciumei non giurava che doveva essere solo un percorso natura di servizio per il soccorso e l’anti-incendio?) mi pare che abbiano avuto ragione dopo una lunghissima causa in tribunale.
Così come mi pare ti sia dimenticato di dire che la stessa strada era stata già bocciata quando la proposero “Piccio” Bonanno, Pasquale Berti e Alberto De Fusco… e allora il Parco Nazionale non c’era e Legambiente è arrivata dopo le prime bocciature.
Sai molto meglio di me che quella strada non sarebbe di nessuna utilità per ricoltivare le vigne, visto che le vigne (coltivate e abbandonate) sono più a monte e sono dei proprietari (veri) del terreno sul quale dovrebbe passare la strada della quale non vogliono nemmeno sentir parlare.
Sai meglio di me che gli sponsor più accesi della strada sono in realtà i proprietari di una villa che il sindaco si è portato dietro come “proprietari” dei terreni dove avrebbe dovuto passare la strada, sia negli incontri con l’Ente Parco che al Consiglio dei Ministri a Roma.
Lasciami dire che questa storia delle strade asfaltate che farebbero rinascere i vigneti abbandonati e scaccerebbero i cinghiali è abbastanza improbabile: i vigneti all’Elba venivano abbandonati e i cinghiali proliferavano mentre crescevano asfalto, strade e cemento, spesso allo stesso ritmo e spesso come diretta conseguenza.
Un esempio mi pare sia proprio la strada asfaltata Marciana Marina – La Caletta: hai visto qualche vigna ricoltata lungo il suo percorso dopo che è stata fatta ormai molti anni fa?
Sai dove i vigneti non sono scomparsi, ma sono stati addirittura recuperati? In un altro Parco molto più “impennato” e difficile dell’Elba e della Cala: le 5 Terre, dove sono state realizzate quelle cremagliere proposte dal Parco, che sembrava che il Comune marinese volesse realizzare (ti ricordi i comunicati ciumeiani entusiati sullo “shuttle” su rotaia che avrebbe collegato Marciana Marina alla Cala?) e che poi ha buttato nel cestino per ripuntare su una strada che era vietata dal Piano del Parco che Ciumei aveva appena adottato e da un paio di Direttive europee che esistono da prima dell’istituzione del Parco Nazionale.
La verità è che il sindaco ha tentato il colpaccio sperando nel governo del Bunga Bunga che della legge e delle norme più che spesso se ne fregava, ma poi è arrivato Monti e tutte le sue promesse sono naufragate miseramente.
La verità è che siete stati presi leggermente per i fondelli perché nemmeno il governo più screditato del mondo avrebbe potuto ignorare leggi, Direttive europee, vincoli che c’erano anche prima del Parco.
La verità è che Parco, Regione, Governo e Legambiente avevano ragione perché sapevano di cosa parlavano, mentre Ciumei credeva di impapocchiare tutti con qualche trucchetto da imbonitore del suo non compianto maestro politico: il cavaliere mascarato.
La verità è che vi ha fatto perdere tempo (ed ha sprecato risorse pubbliche) in una battaglia persa in partenza, perché la ragione non è dei fessi ma di chi ce l’ha davvero, e Parco, Regione e Governo (e Legambiente) sono certo più preparati del sindachino borioso di un comune che ha una popolazione pari a quella di un condominio.
La verità è che eravate stati avvertiti, anche in Consiglio Comunale dalla minoranza, che sarebbe finita così, ma si è fatto finta di nulla con una sicumera che è diventata arroganza politica finita malamente.
Caro Franco, se avete un sindaco che fa promesse e millanta progetti che non è in grado di mantenere non è certo colpa del Parco o di Legambiente, o del destino cinico e baro, ma di chi lo vota e di chi gli ha creduto.
Quanto infine alla perdita del prezioso tempo di Monti la responsabilità ce l’ha tutta chi gli ha proposto un ricorso che poteva contare le probabilità di essere accettato sulle dita di una mano monca.
E anche circa “approfondito esame” (sai certe volte la ritualità impone certe formule) quanto credi sia durato, otre i 5 minuti, attese le leggi della Repubblica Italiana, i regolamenti europei, quelli regionali e quelli del parco ed i pareri contrari di tutti i soggetti interessati e giuridicamente competenti, fuorché (nientepopodimenoché) il Ciumei?
Ed è – credimi – un bene che la ritualità (che è pure una forma di educazione) sussista, altrimenti in luogo di un “si rigetta” o “si esprime un parere negativo” in calce alla decisione ministeriale poteva starci pure un: “Ma dove andate senza ombrello?”
sergio rossi
Ps.
Per quanto riguarda tubi e sbottinamenti illegali perché non li segnali a Comune, Parco e Corpo forestale dello Stato, magari qualcuno interviene senza bisogno di asfaltare…