Dovremmo ritenerci fortunati: viviamo su un’isola bellissima e in molti ci invidiano per questo nostro privilegio; siamo circondati da un verde perenne, da un mare sempre blu, da un clima mite e non siamo disturbati dai rumori e dal caos delle città. A tutelare l’Elba e questi nostri privilegi, che appartengono anche alle migliaia di turisti che d’estate ci onorano della loro presenza, è preposta la Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Pisa e a dare maggiore forza a questo ente, venti anni or sono, si è aggiunto Il Parco dell’Arcipelago Toscano. Gli operatori turistici dell’Isola, a tutela delle loro aziende, si sono costituiti in consorzio, mentre le amministrazioni comunali hanno tutte il dovere di prodigarsi per il bene e la salvaguardia dell’Elba. A volte per installare un pannello fotovoltaico, una piccola pala eolica, aprire una finestra in una vecchia costruzione o costruire un modesto volume tecnico, questi Enti ci impongono severe regole da rispettare. In certe zone è vietato tagliare canne nei fossi o pescare gamberi nelle zone umide di Mola o S. Giovanni. Molti, nell’intimo, vorrebbero qualche volta trasgredire questi divieti che un tempo non esistevano, ma che ormai fanno parte della cultura acquisita dalla massa dei cittadini onesti che rispettano la natura così bella, e al tempo stesso così fragile, del territorio elbano. Fatte queste semplici considerazioni, ogni comune cittadino, elbano e non, si dovrebbe indignare del fatto che al Lido di Capoliveri e a Mola si sta per costruire un mostruoso dissalatore con il consenso degli enti sopracitati. Una delle più belle spiagge elbane sta per essere stuprata nell’indifferenza di molti elbani. Sarà un sacrilegio se l’amore per il territorio elbano non si farà portavoce di un forte e convincente NO per porre fine a questa insana vicenda.
Giorgio Migheli