Mi rendo conto che questo sia un titolo "cattivo", troppo forte e ingiusto per un'Elba che sta dando l'anima per offrire e mostrare il meglio di se'. Mai come in questi anni la coscienza ambientalista o semplicemente di maggiore attenzione al proprio territorio e' cresciuta, di pari passo alla consapevolezza del valore dell'isola in cui ci siamo trovati a nascere. La cultura del "bello", a cui tanti italiani sono abituati semplicemente per esservi capitati in mezzo, senza merito, ma con tanta fortuna di trovarcisi, a volte fa miracoli, fa la differenza, aiutando una persona a maturare una consapevolezza o un amore che diventa poi spontaneo.
Allora perche' ci sono delle eccezioni che stridono in questa armonia degli elbani? Di quanti ecomostri sto parlando?
Lascio ad ognuno, nella propria onesta', individuarli. Da parte mia mi limito solo ad indicarne qualcuno che per la sua presenza ha inciso profondamente nell' immaginario collettivo. Come ricorda il FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano, "abbiamo cosi tanta bellezza in Italia da cullarci nell'errata convinzione che questo sia un bene imperituro e inesauribile".
Anni '70: il grattacielo a Portoferraio. Che ne e' rimasto di quest'architettura "firmata", illustre, costretta gia' fin dai primi tempi ad adattarsi alle necessita' pratiche di sopravvivenza per la vicinanza inconfutabile al mare, per la ruggine alle sbarre di ferro, e oggi esempio trascurato nelle sue parti pubbliche?
Anni '80: il ResidenceNapoleon a Procchio. Fortuna vuole che sia nascosto ai piu', dietro a una curva, nella vegetazione del grande giardino.
Anni piu' recenti: il desolante piazzale dei supermercati alle Saline a Portoferraio. Anzi, nella "zona industriale" di Portoferraio, degno delle periferie disastrate di agglomerati urbani molto piu' grandi del nostro.
Recentemente: come dobbiamo considerare la pista di atterraggio di elicotteri sopra l'ospedale?
Lo scorso anno: l'innovativa e curatissima costruzione di Lena a Carpani. Spiace infinitamente citarla in questo gruppo, perche' l'azienda gode di altissima stima e non e' un attacco diretto in se'. La critica va solamente alla scelta del luogo: perche' mortificare e inquinare Carpani, che ha un passato storico e sociale importante, e un presente frammisto di piccoli artigiani, commercianti e tanti residenti? Carpani diventera' inglobata nella nuova zona industriale?
Due anni fa: la Gattaia, attaccata alle Fortezze medicee come un'appendice cubica che nessuno vuole e che ben pochi hanno promosso. Se ci fosse un sondaggio tra gli elbani, o tra i portoferraiesi, sono sicura che il risultato sarebbe di condanna pressoche' unanime.
E, come dicono gli americani, last but not least: l'ecomostro di Procchio, di cui si sta parlando da anni, che ha avuto il solo effetto di provocare docce calde e docce gelate, entusiasmi forti e delusioni cocenti. La colpa mori' fanciulla. Chi puo' ancora fare qualcosa adesso? Sembra nessuno, tantomeno il sindaco di un paese che e' distante diverse curve. Occhio non vede cuore non duole. Perche' Procchio sembra proprio abbandonato.
CP
Italia Nostra Sezione ElbaGiglio
FAI - Fondo Italiano per l'Ambiente