Dopo il recente Rallye dell’Elba a Legambiente sono arrivate numerose segnalazioni di rifiuti lungo il percorso, dell’impossibilità degli escursionisti di accedere per lunghi periodi ai percorsi trekking a causa della chiusura di strade che attraversano il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, di clienti di alberghi e B&B e cittadini di località come Lavacchio costretti a restare nelle strutture ricettive in attesa del passaggio delle auto in competizione.
In molti hanno fatto notare la scelta sbagliata di organizzare una manifestazione di questo tipo durante il lungo ponte primaverile e l’incongruenza di una manifestazione motoristica ad alto consumo di carburante mentre i giovani del mondo manifestano contro il riscaldamento globale e chiedono misure immediate per ridurre le emissioni di gas serra. Quel che emerge è che i tempi d’oro del Rallye dell’Elba sono finiti e che questa manifestazione ha bisogno di essere almeno rivista, adeguandola alla sempre più diffusa sensibilità ambientale e alla nuova realtà turistica di un’isola che deve puntare sulla qualità e sulla tutela dell’ambiente, la nostra unica materia prima.
E’ una necessità che non riguarda solo il Rallye ma anche altre manifestazioni sportive meno impattanti dal punto di vista ambientale: un’isola nella quale 4 Comuni su 7 hanno approvato delibere per vietare la vendita di prodotti di plastica monouso e dove anche gli altri sembrano pronti a diventare plastic free, non è possibile che in questo tipo di manifestazioni l’utilizzo di plastica sia incredibilmente alto, sia nella preparazione che durante lo svolgimento delle competizioni.
Le Amministrazioni comunali – a partire da quelli che hanno approvato le delibere anti-plastica e il decalogo delle eco-feste – non possono permettere o far finta che questo non valga per manifestazioni che dovrebbero avvenire nel massimo rispetto dell’ambiente. Invece, alcuni nostri soci, dopo la fine del Rallye e il passaggio della squadra di pulizia, hanno raccolto lungo le strade interessate dalla competizione una grande quantità di plastica – dai nastri bianco-rossi ai comuni rifiuti usa e getta – parte dei quali è stata mostrata al Sindaco di Campo nell’Elba che ha promesso il suo interessamento.
Eppure le alternative ci sono e sono già state messe in atto anche durante recenti grandi eventi sportivi europei e mondiali e proprio in questi giorni la Maratona di Londra già annunciato la sostituzione delle bottiglie e dei bicchieri di plastica con delle sfere di acqua con un involucro biodegradabile e commestibile.
Lo sport e le attività outdoor sono una grande occasione turistica ed economica per l’Elba e per un moderno turismo di qualità, ma devono appunto essere di qualità e all’avanguardia e minimizzare al massimo il loro impatto ambientale, a cominciare dalla produzione dei rifiuti e di ogni possibile inquinamento, soprattutto se queste manifestazioni interessano l’area protetta.
Per far questo occorre che Parco Nazionale e Amministrazioni Comunali lavorino a un calendario sportivo che non accetti a scatola chiusa le proposte degli organizzatori ma che tenga conto dei nuovi turismi legati all’ambiente e che l’Elba diventi un luogo all’avanguardia per l’attuazione anticipata delle nuove normative europee sulla plastica anche per quanto riguarda le manifestazioni sportive.
In questa ottica bottiglie di plastica gettate ovunque, bivacchi di incivili dentro e fuori l’area protetta e nastri e sacchetti portati dal vento non sono sostenibili né dal punto di vista ambientale che da quello dell’immagine turistica.
Noi siamo convinti che sport e ambiente siano alleati naturali: si può e si deve fare.