Il mare Mediterraneo, questo grande bacino lungo 3.800 km e largo 1.800 che comunica con l’Oceano Atlatico con lo stretto di Gibilterra, largo appena 10 Km.
Nelle sue acque sfociano 5 o 6 grandi fiumi oltre a tutti gli altri minori.
Sulle sue rive sorgono alcune metropoli, grandi città, migliaia di centri abitati e milioni e milioni di abitazioni private.
Per il ricambio completo delle sue acque, sono necessari almeno 7.500 anni, ed è quindi un mare chiuso; eppure in questo mare ci vivono almeno 5 specie di delfini, e le cronache oggi ci dicono che hanno problemi.
Sappiamo che, almeno nei paesi europei l’olio esausto delle attività commerciali viene raccolto e riciclato, ma pensate ai milioni e milioni di fritture effettuate con la padella nelle case private che finisce nei lavelli e prima o poi va a finire in mare, questo è un vero problema.
L’olio, essendo più leggero dell’acqua si espande sulla superficie del mare ed i primi a soffrirne sono i cetacei perché vivono in superficie. Allora cosa fare? Non sembrerebbe neppure tanto complicato aggiungere un bidone per l’olio esausto ai bidoni della differenziata ed educare la gente ad usarlo.
Facendo così aiuteremmo l’ambiente e l’economia. Perchè con l’aggiunta di qualche sostanza, come la soda caustica e il metanolo, l’olio esausto può essere trasformato in biodiesel per le nostre automobili. E allora facciamolo subito, raccogliamo l’olio esausto di “padella selvaggia” e aiutiamo i nostri amici delfini ed il Mediterraneo.
Nello Anselmi