Le isole sono oggi nel mondo il laboratorio della transizione climatica, dove si sperimentano percorsi di innovazione nelle fonti rinnovabili, nell’economia circolare, nella gestione sostenibile dell’acqua, nella mobilità e nel turismo. La novità e l’interesse sta nel fatto che oggi è davvero possibile un cambiamento con obiettivi ambiziosi e interventi concreti integrati nel paesaggio e capaci di valorizzare le risorse locali. Per questo, oggi a Palermo il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto sull’inquinamento atmosferico (Cnr- IIA) e Legambiente hanno presentato alla Conferenza Euromediterranea sulle sfide climatiche e ambientali sulle Isole Minori la prima edizione del rapporto “Isole Sostenibili Osservatorio sulle isole minori - Energia | Economia Circolare | Acqua | Mobilità. Le sfide per le isole minori italiane” che illustra le buone pratiche ambientali nelle isole non in giro per il mondo e nelle 20 isole minori italiane abitate e non interconnesse con la rete elettrica.
Tra queste c’è anche l’Isola del Giglio che da tempo ha intrapreso una strada verso l’utilizzo di energie rinnovabili e la diminuzione dei consumi energetici. Ecco cosa si legge nella scheda del rapporto dedicata al Comune più meridionale dell’Arcipelago Toscano:
L’Isola del Giglio si candida a laboratorio italiano per l’utilizzo delle blue energy provenienti dalle onde del mare:
Il progetto internazionale di ricerca MAESTRALE, coordinato dall’Università di Siena e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg MED, mira ad allargare le conoscenze e la consapevolezza fra i cittadini e nelle istituzioni sul potenziale delle blue energy, le fonti di energia marina derivanti dal moto ondoso, dalle maree, dalle correnti e dai gradienti di salinità e temperatura insieme ad altre forme energetiche alternative legate all’impiego dell’eolico off-shore e all’utilizzo di biomasse acquatiche, come ad esempio le alghe, identificando le soluzioni migliori. Tra le attività principali è prevista la realizzazione, in ciascuno dei paesi che partecipano, dei cosiddetti Blue Energy Lab, laboratori che daranno vita a 20 progetti pilota, opportunamente valutati dal punto di vista della concreta fattibilità economica e della sostenibilità ambientale, coinvolgendo le imprese locali, le istituzioni, e i cittadini e al fine di progettare una politica di sviluppo delle energie marine. Con il secondo incontro regionale del progetto l’Isola del Giglio si è candidata a laboratorio italiano. All’incontro, che pone le basi per la verifica di fattibilità per la realizzazione di un primo progetto pilota, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione comunale e all’esistenza di un protocollo d’intesa firmato con la Regione Toscana nel 2015 proprio per lo sviluppo delle rinnovabili sull’isola, hanno preso parte Acquedotto del Fiora, Sie srl, Terna Plus, Università La Sapienza, Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
L’isola del Giglio si è mostrata sensibile ed attenta al progetto di fattibilità con interlocutori seri e qualificati, in grado di affiancare l’Università nella fase operativa. Quest’ultima si augura di poter restituire in tempi brevi le positive indicazioni che ha ricevuto inserendole in uno studio di fattibilità che fornirà dati sulle condizioni necessarie affinché l’impianto funzioni, un piano economico, mezzi tecnologici richiesti, grado di sostenibilità ambientale e di accettazione da parte della società civile.
Ecco cosa si legge nella scheda del rapporto dedicata al Comune più meridionale dell’Arcipelago Toscano:
Seabin LifeGate PlasticLess® anche a Capraia
Grazie alla collaborazione tra Whirlpool Emea, LifeGate e il partner tecnico Poralu Marine, nell’ambito del progetto LifeGate PlasticLess® e con l’obiettivo di contribuire in modo concreto alla riduzione dell’inquinamento da plastica dei nostri mari, sono stati posizionativi 13 Seabin LifeGate in altrettanti porti e circoli nautici italiani, coprendo la penisola idealmente da nord a sud. Anche Marina di Capraia ha preso parte all’iniziativa. Il Seabin si presenta come un vero e proprio cestino inserito in acqua che, in funzione 24 ore su 24, è in grado di catturare circa 1,5 kg di plastica al giorno, pari al peso di 100 bottigliette, ovvero oltre 500 kg di rifiuti all’anno, comprese le microplastiche da 2 a 5 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm che, attaccandosi alle alghe ingerite dai pesci, entrano direttamente nella catena alimentare. Fondamentale per lo svolgimento dell’iniziativa è stata la collaborazione dei Comuni, che attraverso le aziende selezionate per la raccolta dei rifiuti svuote ranno periodicamente i Seabin LifeGate e differenzieranno i materiali raccolti. Proprio il coinvolgimento del Comune di Capraia Isola nel progetto sta generando importanti risultati in termini di sensibilizzazione della cittadinanza e delle Pubbliche Amministrazioni.