La nave oceanografica Astrea, con a bordo lo staff multidisciplinare di ricercatori del progetto Plastic Busters, coordinato dalla professoressa Maria Cristina Fossi dell’università di Siena e dedicato a monitorare la salute degli animali e delle acque del Mediterraneo e a ridurre la diffusione delle plastiche sono all’isola d’Elba per capire quale sia la consistenza delle microplastiche nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e per capire dove e come si addensano i vortici – non le isole come continuano erroneamente a ripetere e a scrivere in molti – di micloplastiche tra Corsica, Elba e Capraia.
Ma certamente i ricercatori non si aspettavano lo spettacolo che si sono trovati davanti: almeno otto balenottere comuni (Balaenoptera physalus) che nuotavano sotto costa. Due esemplari sono sfilati lentamente davanti ai turisti che facevano il bagno alla Spiaggia delle Viste, sotto la villa di Napoleone in pieno centro storico a Portoferraio, nell’area di tutela biologica Lo Scoglietto- Le Ghiaie Capo Bianco. Un’altra balenottera è entrata – fortunatamente per un breve lasso di tempo – nella trafficatissima rada di Portoferraio, rischiando la collusione con un traghetto.
I programmi dei Plastic Busters sono naturalmente saltati e lo staff guidato dalla Fossi si è dedicato a una frenetica – quanto pacifica e indolore – caccia alle balene per raccogliere campioni di tessuto cutaneo e grasso grazie a una freccia lanciata da una balestra che, dopo aver colpito il cetaceo si stacca automaticamente e viene recuperata in mare. Quella biopsia rappresenta materiale preziosissimo per capire quanta e quale sia la contaminazione di questi colossali mammiferi che, insieme e krill e plancton ingurgitano purtroppo anche grosse quantità di microplastiche.
La presenza delle balene in questo periodo nelle acque dell’Arcipelago Toscano e all’Elba in particolare è abbastanza eccezionale: di solito le balenottere passano in migrazione verso fine aprile – maggi, al massimo inizio giugno, per andare nel Mar Ligure inseguendo il krill che “fiorisce“ grazie alla risalita dell’acqua fredda – un fenomeno chiamati upwelling – che trasporta nutrienti, per poi tornare in autunno, quando tornano nel sud del Mediterraneo. Ma i ricercatori dicono che non solo le balene sembrano “fuori stagione”, ma alcuni esemplari invece di dirigersi a nord sono andati verso Pianosa, quindi a sud dell’Isola d’Elba. Tutto nuovo materiale di studio per gli scienziati.
Un’altra curiosità è che mentre il team di Plastic Busters e l’Astrea inseguivano i cetacei per poter fare i prelievi, alcune imbarcazioni di turisti, credendo che volessero fare del male alle balene o addirittura ucciderle, hanno tentato di frapporsi tra la nave oceanografica e le balenottere e scienziati ed equipaggio hanno dovuto utilizzare i megafoni per spiegare che stavano compiendo una ricerca scientifica e che era pericoloso frapporsi tra la balestra e le balene e avvicinarsi troppo ai giganteschi animali che, va detto, hanno ignorato tranquillamente tutta la vicenda e, anzi, una balena incuriosita si è avvicinata moltissimo all’Astrea per dare un’occhiata.
La meraviglia delle balene e la pacifica caccia scientifica hanno fatto saltare tutti i programmi del primo giorno di Plastic Buster a Portoferraio, compreso l’incontro previsto per il pomeriggio con i giovani volontari di Vele Spiegate, l’iniziativa di Legambiente e Diversamente marinai per la pulizia e il censimento dei rifiuti nelle spiagge e nelle isole dell’Arcipelago toscano, sostenuta da Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Parco nazionale e Legambiente sono rispettivamente Project partner e Assiciated partner di Plastic Buster) alla quale l’università di Siena ha concesso il patrocinio scientifico insieme all’Enea. Ma l’incontro è stato recuperato alle 21,30 e le ragazze e i ragazzi di Vele spiegate hanno così avuto la fortuna di scoprire l’affascinante mondo della scienza e di capire da dove viene e che aspetto ha il vero “nemico” contro il quale combatteranno per una settimana del terzo di volontariato (alla fine saranno 9 campi) nelle isole toscane.
E’ stato davvero impressionante vedere 16 giovanissimi volontari completamente affascinati dalla bellezza della scienza, guidati in questa loro fortunatissima serata da una delle massime esperte mondiali idi microplastiche, ecotossicologia e cetacei, la professoressa Fossi che recentemente, proprio all’Elba, a Marciana Marina, ha ricevuto il “Premio Pelagos” di Seif e Acqua dell’Elba per il suo grande contributo alla conoscenza e alla difesa del mare.
Gli scienziati hanno spiegato ai ragazzi sia il funzionamento della “manta” la fittissima rete a traino per raccogliere le microplastiche che le procedure per prelevare in modo indolore campioni cutanei dai cetacei e come si conservino nell’azoto liquido per svolgere con la dovuta calma le complicate ma utilissime indagini tossicologiche. Poi le ragazze e i ragazi hanno visitato le sofisticate attrezzature scientifiche a bordo dell’Astrea e si sono sentiti parte davvero di quella citizen science che aiuta gli scienziati veri a capire e a curare meglio il nostro mondo popolato da animali minuscoli come il krill e giganteschi come le balene, Una splendida ed emozionante serata di scienza dal vivo, mentre nella notte del Mar Tirreno le balene continuavano a soffiare e cantare.