Caro Sergio,
ho letto l’articolo della Signora Claudia Cimadori in merito alle lamentele sulla devastazione che i cinghiali hanno fatto ai danni dei suoi bidoni dell’immondizia e non ho trattenuto la voglia di scriverti. L’articolo mi ha fatto venire in mente l’energia nucleare, Enrico Fermi e i ragazzi di Via Panisperna. Mi chiederai cosa c’entra e se il caldo di agosto mi ha fatto male, ma non è così.
Secondo me la Signora ha incolpato un intero metodo invece di soffermarsi sul suo cattivo utilizzo. Ha accusato la raccolta differenziata porta a porta invece di provare ad appendere i propri bidoni al cancello della fotografia o ad un albero vicino, sfruttando il fatto che ancora i cinghiali non hanno imparato ad arrampicarsi. Un minimo gesto di adattamento al sistema che avrebbe risolto la cosa.
Proprio come la condanna degli studi sui reattori nucleari, invece di quella sull’uso scellerato che l’uomo ne ha fatto (e ne continua a fare).
L’alternativa alla raccolta differenziata porta a porta è l’ormai superato posizionamento di bidoni “tematici”, oggetti che l’uomo non si merita perché non sa farne buon uso, come ampiamente dimostrato quando, senza troppi problemi e con la giusta dose di menefreghismo, inserisce qualunque cosa in qualunque bidone perché “tanto poi mischiano tutto insieme”.
Ognuno di noi dovrebbe, a parer mio, fare quotidianamente un ottimistico sforzo per aiutare il sistema e il Paese a funzionare meglio, magari con piccoli gesti volti a risolvere piccoli problemi, invece di arroccarsi su posizioni “tranchant” che bene di certo non fanno.
Marco Sartore