Partendo da questo Clini ha deciso di «Rendere pubbliche e disponibili sul sito del ministero dell'Ambiente le note che fanno seguito alla delibera del consiglio del ministri dell'8 marzo 2013 in merito all'emergenza Costa Concordia» e sul sito del ministero è quindi possibile leggere: 1) La lettera del 13 marzo del Prefetto Gabrielli; 2) La nota del Ministro Clini pubblicata sull'Unità il 18 marzo 2013; 3) La Lettera il 15 marzo del Prefetto Gabrielli; 4) La lettera/1 del 21 marzo del Ministro Clini; 5) La lettera del 21 marzo del Prefetto Gabrielli; 6) La lettera/2 del 21 marzo del Ministro Clini. E' evidente che il ministro dell'ambiente attribuisce a Gabrielli molte responsabilità nei ritardi e nella confusione di questi ultimi giorni sulla destinazione del relitto della Costa Concordia a Piombino.
La durissima nota di Clini si conclude con un avvertimento: «Si rassegni chi si illude di poter giocare sulla transizione tra questo governo e il prossimo, per modificare la linea di rigore e scrupoloso rispetto delle leggi e direttive europee in campo ambientale. Il relitto della Concordia va portato via dal Giglio in condizioni di sicurezza ambientale e smantellato secondo le regole in materia di recupero e smaltimento dei rifiuti, e nel rispetto del principio "chi inquina paga"».
L'ipotesi Civitavecchia fa scattare anche una polemica anche tra Enrico Rossi a Nicola Zingaretti, due presidenti di Regione dello stesso partito, il Pd, che sulla questione ha già mostrato divisioni anche a livello parlamentare.
Rossi si rivolge direttamente al neo-presidente del Lazio che oggi ha dichiarato il suo accordo con l'ipotesi di trasportare il relitto della Costa Concordia dal Giglio al porto di Civitavecchia per la demolizione: «Credo che il presidente Zingaretti parli di una cosa che non conosce bene e che, spinto dalla legittima volontà di rappresentare gli interessi della propria regione, commetta un errore di valutazione, soprattutto rispetto a quelle che lui chiama convenienze. Ribadisco le ben note ragioni di ordine ambientale, economico e sociale, qualcosa di più di mere convenienze che hanno spinto il governo a scegliere il porto di Piombino. Francamente non vedo altra soluzione. Questa discussione è diventata stucchevole. La si è già fatta nelle sedi opportune, a Palazzo Chigi, alla presenza dei ministri e di tutte le autorità governative interessate, che si sono espresse con chiarezza». Anche Rossi sembra sparare una bordata a Gabrielli ed alla Costa Crociere che aveva prospettato soluzioni alternative a Piombino e che preferirebbe portare il relitto a traino in Turchia o in India, dove costa molto meno demolire una nave e dove i vincoli ambientali, i costi di manodopera e le regole per la sicurezza e la salvaguardia della salute dei lavoratori sono più basse o praticamente inesistenti. Infatti il presidente della Regione Toscana dice: «Adesso, come ha ben spiegato il ministro Clini, si proceda ad adottare gli atti conseguenti e si metta fine a diatribe e chiacchiericci inutili, controproducenti e persino offensivi per la Toscana, in particolare per le istituzioni e per le popolazioni che hanno subito un pesante danno ambientale e che si sono fatte carico con pazienza e competenza della gestione dell'emergenza e di tutte le fasi che ci hanno portato a questo punto. L'obiettivo è di rimuovere quanto prima il relitto e di smaltirlo nel porto di Piombino, adeguatamente attrezzato».