Delle drammatiche situazioni ambientali planetarie, comunitarie, nazionali, regionali e locali non c’è giorno che non abbiamo allarmanti conferme. Il Tg toscano, tanto per fare un esempio a portata di mano, in questi giorni ci ha ricordato le proteste di Livorno per l’inquinamento che uccide, della spiaggia di Rosignano anch’essa a rischio crescente, e poi da Piombino al Parco delle Apuane, delle Foreste Casentinesi o del quarantennale Parco di San Rossore che devono fare i conti con cave, rifiuti e tanti altri guai.
Con il nuovo governo e l’avvio delle campagne elettorali regionali –Toscana compresa-quel che emerge è una crescente difficoltà politica, istituzionale e culturale a ricondurre il tutto a scelte e decisioni non sbrindellate e frammentate senza capo né coda. E la conferma che bisogna far presto a cambiar musica viene proprio dai territori più pregiati affidati alla gestione di parchi e aree protette ossia di enti preposti appunto alla tutela.
Quando sulla prima pagina di un giornale locale vedi la foto di un impressionante immondezzaio nel parco di San Rossore è naturale pensare che sia colpa sua. Ma la gestione dei rifiuti non compete al parco come diverse altre cose importanti. E così si viene al dunque; le politiche ambientali riguardano più ministeri, più leggi nazionali e regionali. O le raccordi, le gestisci in leale collaborazione o avrai solo conflitti politici e costituzionali; a questo doveva servire la Terza conferenza nazionale sui parchi e l’ambiente che non si volle fare. Se invece, come ho appena letto c’è chi pensa di ripartire dalla immissione nel parco di rappresentanze di categoria; ora contadini ora pescatori etc continueremo a non combinar nulla. I parchi e le nuove politiche ambientali hanno bisogno di buoni amministratori e di personale competente a partire dalle discussioni in corso. Tenendo conto che una pessima politica istituzionale che non ha rafforzato le competenze legislative delle regioni ma quelle burocratiche e ridotto le province a fantasmi ha penalizzato anche i ruolo dei parchi. Ecco perché come ho già scritto anche i 40 anni del parco di San Rossore non basta ricordarli e festeggiarli con un brindisi, ma riproporre con regione e enti locali una riflessione critica che al momento manca. Perché non possiamo ignorare o far finta di niente quando sindaci come quello di Viareggio continuano a volere uscire dal Parco chiedendo anche le dimissioni del presidente.
Renzo Moschini