Si scrive Nesos, si traduce 'Isola' (dal greco antico), ma si legge Elba.
Il 'vino marino' ottenuto dall'Azienda Arrighi da uve ansonica 'battezzate' per alcuni giorni nel mare di Porto Azzurro, è un esperimento ormai famoso in mezzo mondo, con una capacità di 'fare notizia' assoluta, come ha dimostrato anche la presentazione avvenuta il 13 novembre a Firenze (vedi Elbareport del 13 novembre) nella sede di 'Toscana Promozione', quella trecentesca Villa Fabbricotti nella quale morì – il 9 giugno 1825 -, dopo alcuni mesi di permanenza, Paolina Bonaparte.
All'invito dell'Agenzia regionale hanno infatti risposto decine di giornalisti specializzati, anche alcuni stranieri molto seguiti nei loro Paesi (Russia, Germania), che hanno ascoltato con particolare interesse le spiegazione storiche del Prof Attilio Scienza (UniMI), che ha ricostruito i viaggi greci del 'nostoi', la nostalgia del ritorno a casa, tracce alla base di un mito greco-etrusco-romano che per essere raccontato si avvale, oltre che degli storici della viticoltura, anche dell'archeologia (Prof. Franco Cambi e Dott.ssa Laura Pagliantini, UniSI) come delle analisi genetiche dei vitigni, fino a certificare con le Prof.sse Angela Zinnai e Francesca Venturi (UniPi), per la prima volta dopo 2.500 anni, che il trattamento a base di sale marino dei grappoli fa sì che il vino ottenuto presenti il doppio dei fenoli totali rispetto a quello prodotto tradizionalmente con le stesse uve.
L'affabulazione di Antonio Arrighi sulla genesi di questa innovazione, ultima di una serie di coraggiosi esperimenti, e di Stefano Muti regista del pluripremiato docufilm Vinum Insulae, proiettato nell'occasione, hanno preceduto di pochi minuti il piacere della degustazione di alcune delle 40 bottiglie frutto dell'esperimento del 2018: qualità organolettiche uniche, preludio al vero e proprio pranzo a buffet preparato dalla attrezzatissima 'task force' enogastronomica elbana accorsa nell'occasione.
E qui due parole vanno spese per sottolineare come, da anni e a spese proprie, alcune persone che all'Elba producono eccellenze enogastronomiche, svolgono nelle ignavia istituzionale pressochè generale, il ruolo di ambasciatori dell'identità elbana. Ecco, questi 'nemo propheta in patria' sono partiti all'alba su di un furgone noleggiato e alcune auto, carichi di attrezzature e prodotti locali per poter far assaggiare un pezzetto di isola al centinaio di giornalisti invitati presenti, con il successo e anche quella meraviglia che sempre accompagna la scoperta del nuovo e del buono. Le Istituzioni, da quelle locali (la GAT, i Comuni) comprese quelle regionali ospitanti nella splendida villa del romantico parco, potrebbero in sostanza andare oltre le belle parole o i discorsi di circostanza, che al cronista presente suonano come un 'rispetto a metà'.
Per la cronaca, alla manifestazione fiorentina erano presenti per il territorio il Parco Nazionale con il Vicepresidente Stefano Feri e l'Assessore di Porto Azzurro Gisella Guelfi.
Nutrita invece, si diceva, la squadra dei 'produttori', che come i Re Magi hanno portato i loro doni elbani: Antonio Arrighi con i suoi vini e i suoi racconti dell'Isola, Gabriele Messina di Elba Magna (panficato, crostini a base di nero di polpo in olio d'oliva, aglio e prezzemolo, cerimito con zuppa di cipolle di Patresi, affettati dello Zini, selezione di formaggi con riduzioni di fichi d'india peperoncino, cipolla), Flavio Deni del ristorante riese del Grigolo (stoccafisso alla riese, polpo all'elbana e baccalà marinato), Mirko Lanari del ristorante Astragalo di Castiglioncello, evidente vittima del 'Nostos', avendo nel curricolo 25 anni di ristorazione all'Elba. Il capoliverese Micky Mouse (Nocciolo marinato), Valter Giuliani del Consorzio Elbataste e autore del volume 'Le mappe del gusto' (dell'Arcipelago) e, dulcis in fundo, la maestra cioccolatiera delle Magie Paola Bertani, con le sue plurimremiate praline gastronomiche a base di cioccolati autoctoni (prodotti nel rispetto del lavoro), gelatina o aceto di aleatico (Arrighi) accompagnata dallo stagista Burak Sevin ç.
Hanno retto bene, all'assalto ai tavoli, anche i due sommelier dell'AIS di Firenze, Leonardo e Greta.
La buona notizia, in attesa che le Istituzioni decidano di avvalersi di queste competenze per riaprire l'Enoteca delle Fortezze medicee, rilanciare Elbaleatico o semplicemente sostenere questa itineranza dell'Elba attraverso le sue eccellenze gastronomiche, è che anche con la vendemmia appena conclusa gli esperimenti del vino marino sono continuati, sia con una maggiore quantità di uve ansonica che, per la prima volta, con uve di aleatico, rimaste in acqua salata solo sette ore; un'altra occasione di studio per l'Università di Pisa, ad accrescere quel valore aggiunto per territorio elbano costituito dagli stretti legami allacciati con la comunità scientifica.
CR