Ci scusiamo con l'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Livorno per l’equivoco che abbiamo generato con la frase sul fatto che sui pini di San Giovanni nessuna Amministrazione portoferraiese ha eseguito una «valutazione della loro pericolosità affidandosi ad organismi in grado di farlo, come ad esempio la Società Italiana di Arboricoltura o una Facoltà di Agraria universitaria», è evidente che - conoscendo bene in quanto associazione i compiti e i limiti delle associazioni - ci riferivamo a un rapporto di tipo associativo e culturale che avrebbe dovuto sfociare comunque, come scriviamo in un paragrafo successivo, in «un’analisi condotta da esperti». Siamo convinti che, sia nel caso del taglio dei Pini di San Giovanni che nella redazione del Piano del Verde naturalmente il Comune - dopo il percorso pubblico e partecipato che l’Amministrazione ha detto di voler seguire anche con le associazioni – dovrà affidarsi ai professionisti.
La nostra imperdonabile omissione ha però fortunatamente prodotto l’intervento – che condividiamo pienamente - dell’Ordine Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e in particolare del Presidente Dottor Andrea Costanzo che ha fatto autorevolmente chiarezza su alcune affermazioni: sia in merito alle competenze – con puntuali precisazioni su quanto scritto da Legambiente - che su quelle del Sindaco in merito alla “conclusione del ciclo vitale” degli alberi di San Giovanni quale causa primaria della loro pericolosità (se dimostrata).
Infatti, il dottor Costanzo riafferma quanto da tempo sostenuto da Legambiente Arcipelago Toscano, cioè che il fattore che rende i pini fonte di pericolo è l’errata manutenzione (nel caso specifico sembra preferibile parlare di mancanza) e le mutilazioni radicali. Senza voler dare ossigeno a polemiche inutili e fuorvianti e alle sciocchezze che abbondano su Facebook e usando, nei limiti del possibile, prudenza e saggezza apprendiamo, sempre dal Dottor Costanzo, che la legge 10/2013, istitutiva della giornata dell’albero ogni 21 novembre, impone (e suggerisce) alle Amministrazioni Comunali «precisi obblighi per quanto riguarda il bilancio arboreo del Comune e lo sviluppo degli spazi verdi urbani».I Comuni elbani, dimostrando miopia (anche dal punto di vista dell’immagine turistica) hanno preferito non applicarli in nome della scarsa popolazione di ognuno preso separatamente, non pensando ancora una volta all’Elba come ad un unicum né all’esplosione della popolazione estiva.
E’ proprio questo a cui ci riferiamo quando chiediamo alla nuova Amministrazione di Portoferraio (e non solo) di non perseverare, al pari delle precedenti Amministrazioni, con interventi estemporanei che si sono concretizzati in tagli indiscriminati senza sostituzioni o risarcimenti in nuove e possibilmente più cospicue piantumazioni. Sappiamo che all’interno della giunta portoferraiese questo tipo di sensibilità non mancano, così come sappiamo che qualcuno le considera fissazioni da ingenui ambientalisti amanti dei fiorellini e degli uccellini.
Nel suo recente intervento in risposta al nostro comunicato il Sindaco Zini parla di un “piano di gestione del verde” che dovrebbe essere elaborato temporaneamente in attesa del piano del verde vero e proprio che avrà invece i tempi del nuovo piano urbanistico. A rigor di logica dunque i pini non dovrebbero essere tagliati fino a quando non sarà adottato il piano temporaneo di gestione del verde. Non possiamo che essere d’accordo sempre che il “piano temporaneo di gestione del verde” venga elaborato usufruendo delle competenze tecniche necessarie che, come conferma l'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Livorno non mancano. Se poi esistono già delle “mappature” commissionate dalla precedente amministrazione a professionisti esperti e che evidenziano urgenti problemi legati alla sicurezza, non solo a San Giovanni, crediamo sia il caso che vengano al più presto rese pubbliche.
Per concludere il Sindaco espone quelli che potrebbero anche essere non infondati motivi a causa dei quali l’amministrazione vuole tagliare i pini: la mancanza di spazio e i danni che le radici superficiali creano al manto stradale. Per quanto riguarda lo spazio sarebbe opportuno verificare la praticabilità di altre soluzioni individuando in primo luogo, se possibile, un percorso alternativo, non parallelo al viale, per la pista ciclabile. Per esempio, Legambiente era d’accordo su un percorso costiero coincidente in parte col Cammino della Rada, certamente paesaggisticamente e naturalisticamente più suggestivo e non contiguo al pericoloso traffico automobilistico. In secondo luogo, appare un inutile spreco illuminare il viale di San Giovanni per tutta la sua lunghezza, anche per l’incremento di inquinamento luminoso che ne deriverebbe, anziché limitare l’illuminazione stradale alle fermate dei mezzi pubblici e alla rotonda degli impianti sportivi.
In ogni caso, prima che l’Amministrazione comunale decida, com’è suo diritto, è opportuno e indispensabile, anche in questo caso, far parlare i tecnici.
Buona Festa dell'Albero a tutti!