L’incontro svoltosi il 28 Marzo a Torino sui parchi presentava rispetto ad altre iniziative sul tema, una singolarità di cui non ricordo precedenti; era partita dal sindacato della CGIL preoccupata degli effetti anche sulla occupazione dei tagli effettuati dalla regione.
Singolarità tanto maggiore perché il Piemonte è una delle regioni che ha fatto da battistrada nel panorama nazionale specialmente nella costruzione di sistemi regionali. A giudicare dal programma e dalle presenze inoltre non tutti ritengo fossero adeguatamente ‘informate sui fatti’ in discussione. Resta il fatto che la condizione dei nostri parchi oggi deve misurarsi –ecco la singolarità- anche su aspetti che più di tante chiacchere confermano una situazione veramente a rischio. Già leggere in un servizio su Parks.it che a Torino si è discusso ‘se i parchi servono ancora’ fa una certa impressione. E ne fa anche di più leggere poi su un giornale torinese che Cota presidente della regione ha fatto una precisa proposta per i parchi; ‘Devono rendere, non essere un pozzo senza fondo’. Il nuovo piano della Regione prevede infatti un Ticket per entrare nei parchi a partire da La Mandria. Insomma se vuoi i parchi te li paghi. Lui intanto ha accresciuto il numero degli assessori nominandone uno anche ai tartufi!
Nel 1989 proprio alla Mandria costituimmo il Coordinamento nazionale dei parchi regionali con relazione di Guido Carli allora presidente di quel parco alla presenza della assessora regionale del Piemonte ai parchi. La Mandria è un ambiente che ricorda la tenuta di San Rossore a Pisa ed entrambe sono appartenute peraltro ai Savoia. Mi sono chiesto; e se anche ai toscani venisse la brillante idea di far pagare il biglietto per entrare nella splendida pineta che dopo essere appartenuta ai Re e ai i Presidenti della Repubblica è stata finalmente aperta a tutti?
E’ innegabile che vi fosse comprensibile attesa per l’esito di questo incontro molto partecipato. Ma dubito che i convenuti si aspettassero simili sortite della regione che pure aveva già dato più d’una prova di che panni vestisse. D’altronde fu un ministro della Lega il noto Calderoli a chiedere l’abrogazione dei parchi regionali.
Nel 2013 dopo che ogni giorno ci sta affannando per dimostrare che quello gestito dai parchi è un prezioso patrimonio per tanti versi unico in Europa e nel mondo, sentire il presidente della regione Piemonte parlare dei parchi ’come pozzo senza fondo’ fa una certa impressione. Possibile che non sappia che i nostri parchi e molte aree protette spesso non riescono neppure a pagare le bollette delle telefono o la benzina per la vigilanza?
Intendiamoci Cota non arriva neppure primo perché già la Prestigiacomo i parchi li aveva definiti con lo stesso garbo ‘poltronifici’ spreconi.
Mi chiedo se qualcuno dei presenti che si e affannato negli ultimi tempi per convincerci che le cose per i parchi non vanno granchè bene per colpa della legge quadro ormai troppo vecchia, se si è pentito – ho almeno avuto qualche ripensamento- riguardo a tanta bufala. Certo è che il riuscito incontro di Torino ci fa toccare con mano il danno arrecato ai nostri parchi da chi ha preferito, anziché discutere della politica del ministero e delle regioni, dar la colpa alla legge e buttarla sugli emendamenti più cervellotici. Torino conferma dove sta il tarlo e nessuno può più far finta di non vederlo.
Renzo Moschini