Signor sindaco Peria, da semplice cittadina di Portoferraio, più volte ho scritto sulla incredibile e inaccettabile sorte della spiaggia di Cala dei Frati, da troppi anni luogo irraggiungibile a causa della chiusura del sentiero che permetteva a tutti di poterne godere.
Il 1 marzo 2013 ho posto due precise domande, sia all’Ufficio Tecnico comunale che a Lei, in merito ai lavori della palazzina sotto strada, di fronte al numero civico 47 di viale Alcide De Gasperi e, in special modo, sulla possibilità che questa spiaggia rimanga esclusivamente utilizzata dai soli due proprietari, che attraverso il loro terreno recintato, vi hanno l’accesso.
Elbareport, Camminando e altri siti online hanno pubblicato la mia lettera e Legambiente Arcipelago Toscano, riprendendo il mio testo, ha posto al Comune di Portoferraio le miei stesse domande.
Crede Lei, capace come è di esprimersi compiutamente, entusiasticamente, elogiativamente quando si tratta di disquisire su nuovi progetti (certo è più facile costruire ex novo che operare, conservare, nel rispetto del già esistente), crede Lei di trovare le parole per dirci, per darci una risposta in merito a detta spiaggia?
Può pensare non solo alle cose future dei privati, ma alle più urgenti, immediate pubbliche?
Voglio cortesemente farle notare che come ogni altro impiegato-dipendente del nostro Comune, anche Lei, poco o tanto che sia, pesa sulla finanza di noi contribuenti e che, anche per ciò, una sua risposta, peraltro dovuta, sarebbe sicuramente apprezzata dai cittadini, sia quelli che non l’hanno o che l’hanno eletta sindaco; cioè sindaco di tutti.
Le saremmo grati se si mettesse a disposizione dei cittadini con la stessa disponibilità con cui tratta i “nuovi conquistatori di terra e di mare”, elbani e non.
Ripeto: la popolazione chiede con forza che questa spiaggia sia restituita a tutti, ponendo in atto le procedure necessarie: riapertura della preesistente servitù, esproprio del precedente passaggio o esproprio per costruirne uno nuovo, via terra o un sistema qualsiasi via mare.
La pazienza è finita, ora c’è tanto sconforto.
PS: come sarà possibile un Comune Unico se non si è in grado di ben gestire uno solo degli otto attuali?
Luciana Gelli