Parrà strano, ma quanto sostenuto con affetto e calore da tanti residenti e visitatori all’Isola del Giglio, vale ancora di più delle soluzioni drammatiche imposte dai nostri amministratori. Ligi e lungimiranti, i tecnici si sono appellati, giustamente, a soluzioni tecniche. Di sbarre, dopotutto, sono pieni anche gli stadi. Tuttavia, con il patrimonio culturale e paesaggistico non si scherza e il muretto della Cala del Saraceno non si accontenta delle soluzioni meramente tecniche, nemmeno di fungere solo da simbolo o tradizione popolare. Porsi davanti a un bene, culturale e naturalistico quale la Caletta, significa essere davanti a qualcosa di vivo, verso cui porsi in ascolto e ammirazione, limitando per quanto possibile intromissioni o manomissioni. Non ci sarebbe tanto interesse nella storia e nella narrazione dell’isola e del suo passato in questo angolo di mondo se non ci fosse la consapevolezza e la condivisione da parte di tutta una comunità per difendere ciò che conosce meglio e che ama. È un’ennesima dimostrazione dei principi della "Convenzione di Faro" che ci chiede e ci spiega: qual è il valore di un muretto offeso, di una cala che ci racconta di secoli e di avventure del nostro passato? Esattamente quello che la comunità gli attribuisce, dimostrato dalla forza e perseveranza delle petizioni e degli appelli che continuano ad arrivare.
Italia Nostra allora, unendosi alle critiche di tanti gigliesi, ha inviato alle autorità competenti una richiesta di approfondimento e riconsiderazione del lavoro svolto per i lavori di rifacimento della Caletta del Saraceno dopo la mareggiata dell’ottobre 2018. L'associazione definisce le nuove grosse e lucide sbarre metalliche, affacciate su uno dei siti storici più importanti e rappresentativi dell’Isola del Giglio, inadeguate alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dell’isola e dell’intero Arcipelago Toscano.
Condivide inoltre le considerazioni del Circolo Culturale di Isola del Giglio ricordando la pubblicazione “PER LA CALETTA” sull’argomento dell’arch. Bruno Begnotti, degna di particolare attenzione anche per la testimonianza della dott.ssa Paola Rendini, funzionario archeologo della Soprintendenza per l’isola del Giglio, sul pregio storico del bene in oggetto.
Si mandano il documento dell’arch. Begnotti in pdf https://www.giglionews.it/wp-content/uploads/libro_caletta.pdf insieme a foto recenti quale ulteriore evidenza del forte impatto paesaggistico della nuova struttura.
Italia Nostra Arcipelago Toscano