Legambiente Arcipelago Toscano prende atto che la giunta comunale di Portoferraio non ci ha ripensato e ha confermato, con la delibera n. 29 del 14 Febbraio 2020, la condanna del monumentale filare di Pini della strada per Porto Azzurro nella piana di San Giovanni.
Mentre, nell’era del cambiamento climatico, persino Donald Trump pianta alberi e le maggiori città italiane ed europee – a partire dalla toscana Prato – prevedono piantumazioni urbane di milioni di alberi lungo le strade per raffrescare, ombreggiare e ridurre l’inquinamento, Legambiente ricorda alla Giunta Zini che la letteratura scientifica e la normativa esistenti, pur non essendo pregiudizialmente contrarie all’abbattimento degli alberi quando si tratti di una operazione necessaria e senza alternative, suggeriscono, quando non pretendono, che la rimozione, pur se rimasta l’unica scelta praticabile, sia accompagnata da nuove e auspicabilmente più numerose piantumazioni compensative là dove gli alberi sono stati eradicati oppure, se non possibile, in altri siti che, in un Comune normalmente efficiente, dovrebbero essere stati individuati con il Piano del Verde, se tale piano fosse stato redatto e adottato. Ma il Comune di Portoferraio, nonostante le promesse elettorali e post-elettorali, ne è tuttora privo.
E’ anche vero che, nel novembre 2019, il Sindaco Zini aveva detto che, in attesa dell’adozione del Piano del Verde definitivo, il Comune si sarebbe dotato di un piano di gestione temporanea del Verde in modo da poter cominciare ad affrontare le situazioni più urgenti (o almeno ritenute politicamente tali). Allora Legambiente Arcipelago Toscano chiese formalmente un incontro con l’assessore delegato, una richiesta che non ha mai ricevuto risposta ma che al contrario sembra aver acuito il testardo proposito di mostrare un decisionismo che a Portoferraio sarebbe probabilmente più utile per altri e più urgenti problemi.
Passati quasi 3 mesi senza che si sia mossa (per restare in tema) foglia, La Giunta portoferraiese, dimenticando i piani del verde sia definitivi che temporanei, ha quindi deliberato, sic et simpliciter, che i pini del viale di San Giovanni, in tutto 116 piante, devono essere abbattuti motivando la “convenienza economico sociale” della strage arborea con uno “studio” del quale non vengono resi noti gli autori e le loro qualifiche, datato 2016, nel quale si sostiene, non è noto sulla base di quali criteri, che “gran parte (non dice quante) delle piante si presentano in condizioni critiche di stabilità (alcune classificate in moderata criticità, alcune in elevata criticità, oltre ad altre rilevate in estrema criticità e già abbattute e rimosse)”. Da notare che le piante definite in estrema criticità sono già state abbattute durante l’ultima amministrazione dell’ex Sindaco Ferrari, quindi la nuova amministrazione Portoferraiese comincia la sua “Rinascita” esattamente nel solco arboreo tracciato dalle motoseghe del centro-destra, tipo “tiriamo dritto” dove ci hanno detto di buttarci gli altri.
Anche a volersi fidare di quanto sostenuto con preoccupante genericità dalla precedente e dall’attuale Giunta, dato che quelle piante sono di tutti i cittadini di Portoferraio, Legambiente fa notare che attualmente, secondo quanto dicono i nostri ex e attuali amministratori, abbiamo 116 piante parte delle quali si trovano in moderata o elevata criticità e invece che rimboccarsi le maniche e far valutare da professionisti qualificati come il problema possa essere affrontato si decide di farle sparire tutte, sia la parte definita di criticità elevata o moderata sia la parte che non manifesta criticità alcuna. Non solo, ma non si fa parola di sostituzioni con altre essenze o, almeno di piantumature compensative in altri siti.
Legambiente Arcipelago Toscano chiede quindi formalmente, e vogliamo aggiungere accoratamente, all’Amministrazione portoferraiese di sospendere l’esecutività della delibera n.29/2020 e di rendere immediatamente pubblico lo “studio” che ha motivato quella deliberazione. Chiede inoltre, al fine di decidere la sorte dei pini del viale di San Giovanni, che venga seguito un iter pubblico e partecipativo, sostenuto da documentazione redatta da competenze certificate e a disposizione di cittadini, associazioni e comitati.