In Liguria in questi giorni si sta discutendo animatamente del destino dei 6 parchi regionali che per ragioni di bilancio si sta ipotizzando poco saggiamente di accorparli in un unico ufficio.
Qualche settimana fa il presidente della regione del Piemonte Cota che gestisce uno dei sistemi regionali di parchi e aree protette più consolidati del paese ha detto che dovranno arrangiarsi perché lui non ritiene giusto che il bilancio pubblico se ne faccia carico, come avviene regolarmente in tutta europa e nel mondo. D’altronde il ministro Calderoli l’aveva preceduto chiedendo senza tanti complimenti l’abrogazione pura e semplice dei parchi regionali.
In Toscana –ecco la domanda del titolo- si iniziò con Claudio Martini -assessore Betti- a discutere di una nuova legge regionale che avrebbe dovuto tener conto sia dei limiti di quella del 2005 che delle nuove realtà come le ANPIL. In un incontro a Firenze richiesto come Lagautonomie mi assicurò che avrebbe fatto il possibile anche se non la vedeva tanto facile. Infatti non successe niente e il discorso ripartì con la giunta Rossi e il nuovo assessore ai parchi Bramerini. Se prima i testi sfornati facevano acqua e si arenavano, con la nuova fase non abbiamo più avuto neppure un testo. Si disse che ci avremmo pensato con il PIT e poi con il piano paesaggistico e qui siamo. Nel frattempo si è approvata una legge sicuramente unica in Italia che dice che i piani dei parchi devono conformarsi a quello energetici! L’unica cosa certa è che l’assessorato ai parchi da tempo ormai non da segni di vita con tanti saluti agli impegni solennemente presi. Per ora la sola cosa che è cambiata è che i nostri presidenti di parco regionali non hanno alcuna indennità. Lì evidentemente si annida la casta.
Eppure i conti aperti non sono pochi in tutta la regione dalla Piana alla Val di Cornia per tacere dei parchi nazionali dove a partire dall’Arcipelago resta irrisolta la questione dell’area protetta marina; come dire che al Gran Paradiso resta aperta la questione della montagna.
Tutto ciò è tanto più sconcertante non soltanto perché capita di registrare sortite come quella sulla Tenuta di San Rossore e proprio per iniziativa della giunta regionale, ma perché si sta discutendo in queste settimane della nuova legge sul governo regionale del territorio che qualche ruolo ai parchi dovrebbe pur assegnarlo. Ecco, vorremmo sapere quale.
Perché non prevedere un appuntamento dei nostri parchi che non so da quanto tempo non si riuniscono. Penso che dovrebbe interessare anche il nostro garante regionale alla partecipazione.