C’è una pianta molto diffusa che cresce spontanea dovunque sul territorio dell’isola d’Elba. Tutti sicuramente l’hanno vista ai bordi delle strade o in mezzo alla macchia dove talvolta rappresenta un ostacolo inestricabile ed insormontabile, invalicabile anche per i più temerari: il buscione.
Questo il termine con cui sull’isola viene chiamato un cespuglio di pruni.
Tale situazione è ritenuta quasi sempre espressione di degrado e all’Elba personalmente incontro assai spesso questa situazione camminando sui sentieri per la macchia mediterranea sia alta che bassa, macchia mediterranea che costituisce gran parte della superfice forestale del territorio isolano.
Scientificamente il buscione appartiene alla famiglia delle rosaceae e allo stato selvatico, che è quello presente sull’isola, lo si ritrova classificato nella specie Rubus ulmifolius (Schott) e Rubus Fruticosus (L.)
E’ pianta officinale e commestibile di tipo perenne,perde solo parte del proprio fogliame durante l’inverno ma buona parte permane.
E’ considerato infestante perché si diffonde rapidamente e poi non si eradica facilmente.
La fioritura avviene tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate: i fiori, che escono tra maggio e luglio, hanno un colore che va dal bianco al roseo.
La fioritura è gradita agli apicoltori perché fornisce molto nettare alle api.
Le more di rovo sono il frutto ed hanno ottime proprietà nutrizionali.
Si tratta di un frutto a basso contenuto calorico, solo 36 kcal per 100 gr, ma allo stesso tempo ricco di zuccheri, fibre e sali minerali (sodio, calcio, potassio, ferro).
Molto interessante è anche il contenuto in vitamine, soprattutto C ed A.
Le sue proprietà in campo erboristico sono quelle astringenti e lassative, quindi è molto indicato per chi ha problemi di tipo intestinale.
Il frutto, costituito dalla mora, quando è maturo assume colore nero: si mangia fresca oppure viene utilizzato per produrre gustose marmellate di more, confetture di more, yogurt, crostate, gelati, sciroppi, liquori…
I germogli possono essere mangiati lessati, come gli asparagi selvatici.
Il decotto delle foglie e delle radici è usato come astringente e depurante. Con l’infuso invece si sciacquano le gengive usandolo come colluttorio.
Come sopra accennato il rovo è ritenuto pianta infestante tuttavia visto che le more sono un pregiato frutto di bosco al pari di lamponi, ribes, fragoline, mirtilli e visto che come pianta selvatica è molto diffusa e con molta facilità si diffonde si potrebbe prestare bene ad una sua coltivazione a fini produttivi e commerciali sul territorio dell’Elba.
In alcune zone d’Italia lo hanno fatto (vedi Trentino Alto Adige e Romagna).
Le varietà di more utilizzate per le coltivazioni non sono quelle selvatiche.
Per aumentare la produzione e facilitare raccolta e potatura, sono state selezionate delle varietà di rovi senza spine. Queste hanno il vantaggio di avere un portamento semi-eretto.
La coltivazione delle more potrebbe essere occasione per far nascere all’Elba posti di lavoro per tutto l’anno.
Marcello Camici