Anche quest’anno Arpa Toscana durante tutta la stagione estiva è impegnata ad assicurare che i bagnanti che popoleranno la costiera della regione possano immergersi nel mare in sicurezza. Infatti i controlli dell’agenzia sulla qualità delle acque di balneazione sono finalizzati alla tutela della salute delle persone, secondo una normativa che stabilisce regole ben precise, ed uguali per tutti i paesi dell’Unione Europea.
A causa delle restrizioni per l’emergenza sanitaria (che quest’anno rendono necessario il rigoroso rispetto delle indicazioni di distanziamento sociale previste anche sulle spiagge sia da parte del governo nazionale che della Regione Toscana, questa ha anche disposto norme specifiche per le spiagge libere), i controlli sono iniziati un po’ in ritardo rispetto al consueto, ma dall’11 maggio i quasi seicento chilometri di costa balneabile della Toscana sono stati oggetto dei campionamenti effettuati dai tecnici ARPAT, in alcune aree anche in collaborazione con la Direzione Marittima.
I risultati delle analisi, che sono state effettuate anche per le zone in cui sono presenti divieti permanenti di balneazione per motivi igienico-sanitari (per tenere comunque sotto controllo la situazione) e sono tutti visibili sul sito Web dell’Agenzia.
Per la concomitanza di episodi di maltempo in alcune zone, dove in tali situazioni i corsi di acqua apportano alle acque marine un significativo carico microbico, sono stati registrati superamenti dei limiti di legge e conseguenti divieti di balneazione, ed è stato necessario chiarire che i campionamenti devono essere, comunque, effettuati rispettando il calendario stabilito all’inizio della stagione.
Ricordiamo che i campionamenti vengono effettuati una volta al mese, e ogni 15 giorni per le aree classificate come “sufficienti”. Peraltro per questa stagione balneare una sola acqua di balneazione si trova in tale situazione, ed è “Accademia Sud” nel comune di Livorno, che è peggiorata significativamente da “eccellente” a “sufficiente”, mentre sempre nella stessa area urbana si trova l’unica area classificata “scarsa”, cioè “Rio Felciaio“, dove quest’anno non sarà possibile la balneazione.
Nel resto della costa toscana si trovano poi 7 acque di balneazione classificate “buone” e ben 265 “eccellenti”. Infatti sono più di 592 (99,3%) i chilometri di costa collocati nella classe più elevata fra tutti quelli classificati (così come tutte le acque lacustri balneabili). Si tratta di un dato molto positivo che colloca la Toscana fra le prime in Italia, come si può vedere dai dati pubblicati dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) e in dettaglio per la Toscana nel rapporto ARPAT a suo tempo pubblicato.
Questi dati però non devono farci “riposare sugli allori”. La qualità delle acque di balneazione costituisce un indicatore significativo del carico di acque non depurate che arrivano in mare dai corsi d’acqua. Esistono ancora, in alcune zone, aree non servite da fognature, allacci alle fognature mancanti, insufficiente funzionamento del sistema depurativo, ecc. che producono gli episodi di “inquinamento temporaneo”, determinando i “divieti temporanei di balneazione“; per evitarli è indispensabile realizzare azioni di risanamento di carattere strutturale.
Una importante novità per il 2020 è il fatto che il Ministero della Salute ha autorizzato un metodo rapido per l’effettuazione delle analisi microbiologiche di laboratorio che permettere di fornire un risultato definitivo già dopo 24 ore – e non più 48 ore come prima. Come già da diversi anni, una volta che i dati analitici sono stati validati dal laboratorio entrano nella banca dati. ll sistema di pubblicazione interroga la banca dati alle ore 8,00 – 11,00 – 14,00 – 17,00 e 20,00 di ogni giorno, aggiornando automaticamente le informazioni al pubblico, nel modo quindi più tempestivo e trasparente possibile. Gli stessi dati pubblicati sul sito Web dell’Agenzia sono contemporaneamente disponibili anche nella App ARPAT per smartphone e tablet (sia per dispositivi iOS che Android).
A giugno inizia anche il monitoraggio per rilevare l’eventuale fioritura dell’alga potenzialmente tossica Ostreopsis ovata che, soprattutto nelle giornate più calde della stagione, talvolta si è sviluppata anche in Toscana.