Venerdì 24 luglio, promossa da Legambiente Toscana si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione dei dati del monitoraggio di Goletta verde sulle coste toscane, ed in particolare in 20 punti, alle foci dei corsi d’acqua per indagare eventuali deficit della depurazione nell’entroterra. 8 di questi punti (tutti corrispondenti a divieti permanenti di balneazione) sono risultati superiori ai limiti di legge, evidenziando problemi soprattutto sulla riviera apuano-versiliese ed in alcuni punti dell’Isola d’Elba. (Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.)
Nel corso del suo intervento, Fausto Ferruzza, Presidente toscano di Legambiente ha sottolineato la complementarietà del ruolo dell’associazione ambientalista, che deve evidenziare le problematiche ambientali per sensibilizzare la politica ad assumere le decisioni necessarie – in questo caso investire risorse nel potenziamento del sistema fognario e depurativo-, e dell’agenzia ambientale che svolge una preziosa attività di controllo e monitoraggio ambientale fornendo in modo puntuale dati utilissimi per le valutazioni da parte dei diversi stakeholder. Fra l’altro Ferruzza ha anche evidenziato come sia necessario mettere a disposizione più risorse per rafforzare il ruolo delle agenzie ambientali, indebolito nel tempo per la costante flessione dei finanziamenti.
Da parte sua Marcello Mossa Verre, direttore generale ARPAT, ha sottolineato come oltre il 99% della costa toscana balneabile sia di qualità eccellente, collocando la nostra regione subito dopo Sardegna e Puglia. Questo però non vuol dire che non ci siano problematicità legate ad insufficiente depurazione dei reflui che si riversano nei corsi d’acqua che alla fine sfociano in mare. Le situazioni critiche sono note e corrispondono a divieti di balneazione permanente (per i quali comunque ARPAT effettua i campionamenti e li rende disponibili sul Web). Come l’agenzia evidenzia da tempo, l’unica soluzione possibile è di carattere strutturale attraverso investimenti finalizzati all’adeguamento del sistema fognario, con la separazione delle acque scure e di quelle chiare, il potenziamento dei depuratori, la verifica puntuale e costante da parte delle amministrazioni comunali degli scarichi abusivi. Passi in avanti in questi anni sono stati fatti, ma occorre ancora uno sforzo importante in questa direzione.
Intervento integrale di Marcello Mossa Verre
La balneazione in Toscana
Ogni anno le Regioni individuano le acque destinate alla balneazione e i relativi punti di monitoraggio, in acque costiere e in acque interne, nonché le aree in cui la balneazione è vietata in modo permanente. In Toscana, per la stagione in corso, sono state individuate 272 aree dove la balneazione è consentita (le aree sono 273 di cui 1 in classe "scarsa" per cui non balneabile) e 58 in cui c’è invece il divieto permanente.
Per quanto riguarda le aree marine, la Toscana ha una notevole estensione costiera (incluse anche le isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) che è in gran parte balneabile. Diversa la situazione per le acque interne, che solo in minima parte sono state dichiarate aree di balneazione. Si tratta prevalentemente di piccole porzioni di aree lacustri suddivise tra 4 province: invaso di Bilancino e laghetti dei Renai a Firenze, lago Braccini a Pisa, lago dell'Accesa a Grosseto e laghetto Calidario a Livorno. Negli altri laghi e fiumi non viene effettuato alcun controllo di idoneità alla balneazione. [l'infografica che segue si riferisce alla stagione 2019]
La classificazione delle acque di balneazione toscane - estate 2020
All’inizio di ogni stagione balneare le acque di balneazione sono “classificate” secondo le 4 classi di qualità valide in tutta Europa: eccellente, buona, sufficiente, scarsa.
Per questa stagione balneare in Toscana una sola area è classificata “sufficiente”; si tratta di “Accademia Sud” nel comune di Livorno, che registra un peggioramento significativo rispetto allo scorso anno quando risultava “eccellente”. Nello stesso Comune si trova l’unica area classificata come “scarsa”, “Rio Felciaio“, dove quest’anno non è quindi possibile la balneazione.
Nel resto della costa toscana si trovano 7 aree di balneazione classificate “buone” e ben 265 “eccellenti”. Infatti sono più di 592 (99,3%) i chilometri di costa collocati nella classe più elevata fra tutti quelli classificati (così come tutte le acque di balneazione lacustri). Si tratta di un dato molto positivo che colloca la Toscana fra le prime in Italia, come si può vedere dai dati pubblicati dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA).
Sono 9 le regioni che registrano oltre il 90% di chilometri di acque di balneazione eccellenti, dopo Sardegna e Puglia, con il 99,7% di chilometri di coste balneabili “eccellenti”, anche altre raggiungono percentuali elevate: Toscana (99,3%), Emilia-Romagna (96,3%), Liguria (96%), Veneto (95,9%), Friuli Venezia Giulia (94,1%), Basilicata (92,8%) e Sicilia (91,8%) [per quest’ultima regione il dato è relativo a 5 province su 8].
Esiti del monitoraggio 2020
In tutte le 272 aree di balneazione, durante la stagione estiva, ARPAT effettua il monitoraggio della qualità igienico-sanitaria delle acque. I campionamenti vengono effettuati una volta al mese e ogni 15 giorni nelle aree classificate come “sufficienti”. In caso di inquinamento, dopo il primo superamento dei limiti scatta immediatamente l’ordinanza del Sindaco per il divieto temporaneo su tutta l’area di balneazione. Il provvedimento di chiusura alla balneazione viene revocato, sempre con ordinanza sindacale, dopo il primo esito analitico favorevole successivo all’evento di inquinamento.
Dall’inizio della stagione (a causa dell’emergenza sanitaria l’avvio dei campionamenti quest’anno è slittato all’11 maggio) sono stati registrati 27 casi di non idoneità: si tratta principalmente di casi in cui, in concomitanza di episodi di maltempo, i corsi di acqua hanno apportato alle acque marine un significativo carico microbico, facendo registrare superamenti dei limiti di legge e conseguenti divieti di balneazione. Si ricorda che anche in questi casi i campionamenti devono essere, comunque, effettuati rispettando il calendario stabilito all’inizio della stagione.
Nei corsi d'acqua che sfociano in mare (particolarmente in Versilia e sulla costiera apuana ma anche in altre situazioni) si hanno infatti carichi inquinanti fecali determinati da un sistema fognario e depurativo insufficiente. Le forti precipitazioni possono provocare tracimazioni dei sistemi fognari o movimentare carichi inquinanti accumulati in precedenza, determinando un rapido degrado della qualità (in termini igienico-sanitari) delle acque costiere che ricevono tali apporti.
Sono ormai diversi anni che emergono problemi (Versilia 2014, Riviera Apuana 2019), che per evitare che si ripresentino ARPAT auspica che gli sforzi di tutti - ciascuno per la propria competenza - siano rivolti a realizzare gli indispensabili interventi strutturali: assicurare che tutti gli scarichi di acque reflue (individuando ed eliminando tutti quelli abusivi) siano convogliati in impianti fognari adeguati e che tutti gli impianti fognari portino i reflui ad impianti di depurazione adeguatamente dimensionati, che tengano conto sia degli effettivi carichi inquinanti potenziali (non solo i residenti, ma anche le consistenti presenze temporanee di turisti) sia delle mutate condizioni climatiche (forti piogge) che incidono significativamente sulla portata di reflui accettata dagli impianti di depurazione.
In attesa di tali interventi, le amministrazioni comunali potrebbero valutare di stabilire (come previsto dalla legge e come accade in altre regioni, ad esempio in Emilia-Romagna) divieti temporanei di balneazione preventivi a tutela dela salute dei bagnanti, in presenza di giornate di pioggia e nelle zone dove è prevedibile l’apporto significativo di inquinanti fecali da parte dei corsi d’acqua.
Ostreopsis ovata
A giugno è iniziato anche il monitoraggio per rilevare l’eventuale fioritura dell’alga potenzialmente tossica Ostreopsis ovata che, soprattutto nelle giornate più calde della stagione, talvolta si sviluppa anche in Toscana.
Ormai da alcuni anni in Toscana non si hanno importanti fioriture di Ostreopsis ovata; nella stagione scorsa solo di rado si sono create condizioni ambientali favorevoli (temperature elevate e scarso idrodinamismo) alla proliferazione di O. ovata lungo il litorale toscano e non sono mai state molto durature. Di conseguenza, non si è rilevata alcuna vera fioritura, ma solo alcuni aumenti delle concentrazioni di O. ovata in colonna d’acqua in momenti diversi nelle varie zone controllate del litorale apuano e livornese. In tutti questi casi, però, i valori raggiunti (compresi tra 12’000 e 31’000 cell/L), non essendo stato associati a “condizioni meteo-marine favorevoli ad uno sviluppo della fioritura per un prolungato periodo”, non hanno determinato alcuna allerta.
Per la stagione in corso, si registrano al momento due casi sulla costa di Massa in cui sono stati rilevati aumenti delle concentrazioni di O. ovata in colonna d’acqua.
Per maggiori informazioni e per trovare i dati
Un’importante novità di quest’anno è il fatto che il Ministero della Salute ha autorizzato un metodo rapido per l’effettuazione delle analisi microbiologiche di laboratorio che permette di fornire un risultato definitivo già dopo 24 ore – e non più 48h come prima. Come già da diversi anni, una volta che i dati analitici sono stati validati dal laboratorio entrano nella banca dati. ll sistema di pubblicazione interroga la banca dati alle ore 8,00 – 11,00 – 14,00 – 17,00 e 20,00 di ogni giorno, aggiornando automaticamente le informazioni al pubblico sul sito Web di ARPAT, nel modo quindi più tempestivo e trasparente possibile. Sulla pagina Web, dedicata ai divieti temporanei, viene anche data informazione di eventuali divieti preventivi nonché le situazioni di inquinamento per le quali, pur essendo disponibile e certo il risultato analitico, non sia stata ancora conclusa la procedura di registrazione dei parametri di campo (temperatura dell'acqua, vento ecc..) indispensabili per la validazione del referto.
Gli stessi dati pubblicati sul sito Web dell’Agenzia sono contemporaneamente disponibili anche nella App ARPAT per smartphone e tablet (sia per dispositivi iOS che Android).
Tutti i risultati delle analisi, che vengono effettuate anche per le zone in cui sono presenti divieti permanenti di balneazione per motivi igienico-sanitari (per tenere comunque sotto controllo la situazione), sono interamente visibili sul sito Web dell’Agenzia.