L'accusa di essere apocalittici non preoccupa chi, con le proprie affermazioni, si richiama alle ricerche della stragrande maggioranza degli scienziati, in particolare dei climatologi.
Il nostro pianeta è malato e stiamo correndo verso il punto di non ritorno. Però... Sì c'è un però: abbiamo ancora del tempo, e possiamo salvarci solo se invertiamo rotta.
Si moltiplicano gli appelli all'umanità e crescono le esperienze dal basso che attuano un modello di vita (sviluppo) diverso e sostenibile, quindi aperto al futuro e alla vita. Occorre fare di più, a livello di macroscelte (Stati), ritornando seriamente almeno alle conclusioni della Cop 21 di Parigi (2015). Si tratta principalmente di ridurre l'uso dei combustibili fossili. Non ci si può fermare a questo, perché il pianeta è ferito sia dai cambiamenti climatici che dalle disuguaglianze sociali, dalla fame, dalle malattie, temi tutti inseriti negli Obiettivi 2030 dell'Onu.
A livello planetario si registrano azioni di mobilitazione in questa direzione. Anche le Chiese cristiane (cattolica, riformate, ortodossa) sono particolarmente impegnate in questo mese con iniziative (preghiera, riflessione, azione) all'interno del Tempo del Creato (dal 1 settembre al 4 ottobre).
Papa Francesco è uno dei leader religiosi più attivi. Nel messaggio per la 15ma Giornata mondiale di preghiera per il Creato (ieri primo settembre) ha ricordato che il tema del Tempo del Creato 2020 è il "Giubileo della terra". Riferendosi alla Bibbia, ha detto che "il Giubileo è un tempo sacro per ricordare, ritornare, riposare, riparare e rallegrarsi".
Cinque verbi, cinque azioni che riassumo riportando qualche frase.
RICORDARE - Il Giubileo è un tempo per il ricordo, dove custodire la memoria del nostro esistere inter-relazionale. Abbiamo costantemente bisogno di ricordare che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri.
RITORNARE - Il Giubileo ci invita a pensare nuovamente agli altri, specialmente ai poveri e ai più vulnerabili. Siamo chiamati ad accogliere nuovamente il progetto originario e amorevole di Dio sul creato come un’eredità comune, un banchetto da condividere con tutti i fratelli e le sorelle in spirito di convivialità; non in una competizione scomposta, ma in una comunione gioiosa, dove ci si sostiene e ci si tutela a vicenda. Il Giubileo è un tempo per dare libertà agli oppressi e a tutti coloro che sono incatenati nei ceppi delle varie forme di schiavitù moderna, tra cui la tratta delle persone e il lavoro minorile.
Oggi la voce del creato ci esorta, allarmata, a ritornare al giusto posto nell'ordine naturale, a ricordare che siamo parte, non padroni, della rete interconnessa della vita. La disintegrazione della biodiversità, il vertiginoso aumento dei disastri climatici, il diseguale impatto della pandemia in atto sui più poveri e fragili sono campanelli d’allarme di fronte all'avidità sfrenata dei consumi.
RIPOSARE - Oggi i nostri stili di vita spingono il pianeta oltre i suoi limiti. La continua domanda di crescita e l’incessante ciclo della produzione e dei consumi stanno estenuando l’ambiente. Le foreste si dissolvono, il suolo è eroso, i campi spariscono, i deserti avanzano, i mari diventano acidi e le tempeste si intensificano: la creazione geme!
L’attuale pandemia ci ha portati in qualche modo a riscoprire stili di vita più semplici e sostenibili. La crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere. È stato possibile constatare come la Terra riesca a recuperare se le permettiamo di riposare: l’aria è diventata più pulita, le acque più trasparenti, le specie animali sono ritornate in molti luoghi dai quali erano scomparse. La pandemia ci ha condotti a un bivio. Dobbiamo sfruttare questo momento decisivo per porre termine ad attività e finalità superflue e distruttive, e coltivare valori, legami e progetti generativi. Dobbiamo esaminare le nostre abitudini nell'uso dell’energia, nei consumi, nei trasporti e nell'alimentazione. Dobbiamo togliere dalle nostre economie aspetti non essenziali e nocivi, e dare vita a modalità fruttuose di commercio, produzione e trasporto dei beni.
RIPARARE - Il Giubileo invita a ristabilire relazioni sociali eque, restituendo a ciascuno la propria libertà e i propri beni, e condonando i debiti altrui. Non dovremmo perciò dimenticare la storia di sfruttamento del Sud del pianeta, che ha provocato un enorme debito ecologico, dovuto principalmente al depredamento delle risorse e all'uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiuti. È il tempo di una giustizia riparativa.
RALLEGRARSI - Dà gioia vedere tanti giovani e comunità, in particolare indigene, in prima linea nel rispondere alla crisi ecologica. Stanno facendo appello per un Giubileo della Terra e per un nuovo inizio, nella consapevolezza che «le cose possono cambiare».
C’è pure da rallegrarsi nel constatare come l’Anno speciale di anniversario della Laudato si’ stia ispirando numerose iniziative a livello locale e globale per la cura della casa comune e dei poveri.
Ci rallegriamo anche che le comunità credenti stiano convergendo per dare vita a un mondo più giusto, pacifico e sostenibile. È motivo di particolare gioia che il Tempo del Creato stia diventando un’iniziativa davvero ecumenica. Continuiamo a crescere nella consapevolezza che tutti noi abitiamo una casa comune in quanto membri della stessa famiglia!
Solo un assaggio della ricchezza del messaggio integrale che invito a leggere, insieme all'enciclica "Laudato sì'" sulla cura della casa comune.
Desidero concludere con le parole di papa Francesco a favore delle aree protette. Parole che rafforzano cammini in essere anche nel nostro contesto, contribuendo al dialogo costruttivo.
"Il ripristino della biodiversità - scrive il Papa - è altrettanto cruciale nel contesto di una scomparsa delle specie e di un degrado degli ecosistemi senza precedenti. È necessario sostenere l’appello delle Nazioni Unite a salvaguardare il 30% della Terra come habitat protetto entro il 2030, al fine di arginare l’allarmante tasso di perdita della biodiversità".
(n.m.)