Anche quest’anno, con l’avvio del periodo delle potature, iniziano nuovamente a vedersi in diversi Comuni elbani brutture e scempi arborei che testimoniano, assieme ai tagli indiscriminati ed alla totale assenza di cura del verde urbano, dell’assoluta mancanza di cultura in proposito delle Amministrazioni Elbane. La presidente di Legambiente Arcipelago Toscano, Maria Frangioni, sottolinea: «Come diciamo da tempo inascoltati, gli alberi, soprattutto in un ambiente urbano, sono nostri preziosi amici, un bene da preservare e valorizzare. Ma troppo spesso i sindaci, temendo rotture e cadute, optano per scelte drastiche, tagli e potature violente che ottengono l’effetto opposto e privano i cittadini degli effetti benefici che gli alberi portano con sé». Una potatura corretta, se necessaria (non è un obbligo), manterrà l’albero bello ed intatto nelle sue funzioni. Inoltre ne preserverà la salute e lo manterrà in ordine per diverso tempo, a beneficio dell’ambiente urbano e delle finanze della stessa amministrazione. Infatti, lo stesso avrà bisogno negli anni solo di una manutenzione ordinaria, con piccoli interventi di miglioramento e valorizzazione.
La capitozzatura continua va sempre ed in ogni caso evitata, è il danno più serio che si possa infliggere ad un albero. Ne mina, tragicamente, la stabilità e la sicurezza; lo affama, rendendolo soggetto a marciumi radicali e possibili crolli; è brutta, se non offensiva, e fa dimenticare la bellezza della natura e l’unicità di ogni specie; non funziona e non può bloccare la crescita della pianta; è costosa perché questi interventi dovranno essere rifatti con frequenza, pressoché annuale.
Legambiente ricorda alle amministrazioni pubbliche che hanno competenza sul territorio elbano che i criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico, pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2020, richiedono esplicitamente che l’aggiudicatario debba evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica.
Ecco cosa si legge nel Decreto “Criteri ambientali minimi (CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” n. 63 del 10 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 90 del 4 aprile 2020:
“11. Manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo. (Fonte: Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile a cura del Comitato per lo sviluppo del verde urbano).
A titolo esemplificativo si riportano di seguito alcuni esempi:
Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari. In particolare, l’aggiudicatario deve evitare (15) di praticare la capitozza tura e (16) , la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione. Restano applicabili, anche ai fini paesaggistici, le capitozzature di salici e gelsi qualora storicamente tipiche della zona.
(14) Impostare la crescita corretta di un giovane albero trapiantato; ridurre o eliminare rami intricati o troppo fitti, male inseriti, instabili, deboli, morti, che col tempo successivamente potrebbero creare problemi strutturali; adottare misure di profilassi come l’asportazione di rami deboli o secchi che possono costituire una facile via di ingresso per i microrganismi patogeni; ridurre rischi di rottura (ad esempio in caso di rami con difetti strutturali) o contenere la crescita, riducendo la massa delle foglie; ridurre la resistenza al vento e favorire la penetrazione della luce all’interno della chioma, ed evitare eccessivi carichi da accumulo di neve per alberi adulti o senescenti”.
Il decreto contiene anche l’allegato tecnico sui Criteri Ambientali Minimi (CAM). Il Documento che contiene la definizione dei CAM è frutto di un lavoro di oltre due anni di un tavolo tecnico coordinato dall’allora Ministero dell’Ambiente – oggi Ministero della Transizione Ecologica - al quale hanno partecipato anche esperti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
I CAM sono una componente essenziale del necessario approccio strategico di medio-lungo periodo, affinché le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, si dotino e applichino concretamente gli strumenti più avanzati di gestione del verde pubblico, quali il censimento del verde, il piano del verde, il regolamento del verde pubblico e il bilancio arboreo (che rappresentano la base per una corretta ed efficace gestione del verde urbano), ed evitino così interventi sul territorio qualitativamente scarsi o addirittura dannosi, con conseguente aggravio di costi per la comunità. Non è fantascienza: è la legge dello Stato che le nostre amministrazioni pubbliche sono tenute ad applicare.
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare. La loro applicazione sistematica ed omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.
In Italia, l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.Lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.Lgs 56/2017 ), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti.
Questo obbligo garantisce che la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi sia incisiva non solo nell’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma nell’obiettivo di promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili, “circolari“ e nel diffondere l’occupazione “verde”. Oltre alla valorizzazione della qualità ambientale e al rispetto dei criteri sociali, l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi risponde anche all’esigenza della Pubblica amministrazione di razionalizzare i propri consumi, riducendone ove possibile la spesa. Ad ora sono stati adottati CAM per 17 categorie di forniture ed affidamenti.
Si tratta di buone pratiche purtroppo ignorate dall’amministrazioni comunali elbane che quindi dovrebbero darsi da fare per recuperare i ritardi, cominciando dal cessare le indecenti capitozzature.