Chi oggi percorre il panoramico sentiero di crinale di Fonza molto probabilmente scambierà le prime due immagini come semplici mucchi di sassi. Invece si tratta dei resti di un bel caprile, in parte demolito ("barato" nella parlata locale) dai cinghiali, e il cui colpo di grazia è arrivato dal tempo.
Il caprile poco distante è ancora in piedi, ma si regge su equilibri gracili e in parte manomessi, questa volta difficilmente da imputare ai diabolici quattrozampe irsuti (forse gente che si diverte a salirci sopra?).
Difficilmente queste opere di umile ingegno muovono l'interesse di qualcuno. Quindi sicuramente fra qualche anno i caprili di Fonza spariranno. Ma la sapiente intersezione di sassi, che si ammira dall'interno di questi capolavori, frutto di elbani di poca cultura libresca ed enorme senso di adattamento al territorio, a me personalmente commuovono non poco.
Andrea Galassi