Con questo titolo il Sole 24 Ore ha pubblicato un puntuale e puntuto servizio sul Parco della Val di Cornia. Una esperienza del tutto particolare rispetto agli altri parchi e aree protette toscane che ad un certo momento – anche se l’articolo non lo ricorda- avrebbe dovuto essere istituito come quarto parco regionale. Un riconoscimento meritato per i cinque comuni promotori e gestori di una interessante e originale esperienza che ad un certo punto però si è ‘inceppata’, bloccata da beghe politiche e di campanile. A questo epilogo poco felice anche se non irrimediabilmente pregiudicato anche il Gruppo di San Rossore ha dedicato lo scorso marzo un riuscita iniziativa a Piombino dove alcune le istituzioni locali e soprattutto la regione hanno brillato per la latitanza. Segno e conferma di una difficoltà e di un evidente disagio non soltanto nei confronti della Val di Cornia ma del complesso dei parchi e delle aree protette toscane a giustificare ritardi e rinvii ormai inspiegabili.
Sotto questo profilo il ‘caso’ Val di Cornia assume un rilievo del tutto speciale perché qui più che in altre realtà regionali la varietà e ricchezza degli ambienti da gestire unitariamente è davvero straordinaria e va dal boschi alle coste, dall’Amiata e alle miniere ai siti archeologici, da quelli comunitari a quelli locali delle ANPIL. E il tutto sullo sfondo di una felice collaborazione tra pubblico e privato che altrove stenta e non poco. Su tutto questo come rilevammo anche nell’incontro di Piombino grava ormai il rischio di una crisi gravissima a cui purtroppo concorre la regione e inaspettatamente anche qualche comune importante.