Tra le molte questioni che il congresso del Pd dovrà affrontare per darsi una identità finalmente definita anche in rapporto all’Europa vi è sicuramente l’ambiente. Vi è stato infatti anche chi con superficialità unita a molto rancore gli ha addebitato posizioni addirittura di ‘vuoto laburismo’ (?), una tradizione che gli avrebbe tarpato le ali. Certo è che appena e per fortuna si è tornati a discuterne anche per l’iniziativa di alcuni ministri e la ripresa dei lavori parlamentari non sono mancati i primi ‘infortuni’ –diciamo così- come la proposta di legge Realacci che ci ha esposti ad aspre critiche. E’ evidente – o dovrebbe esserlo- che non possiamo più come è accaduto nella passata legislatura al senato esporci a brutte figure con posizioni che nessuno sa chi e dove lo si è deciso.
Altro che vuota tradizione laburista qui chi prima si alza prima si veste e il partito paga ovviamente dazio. Serve e urge quindi che la preparazione del congresso metta nel conto specie nel momento in cui abbiamo anche responsabilità di governo a Roma e in tante regioni ed enti locali questo aspetto delicatissimo e si torni a discutere delle politiche ambientali ossia del governo del territorio che significa politiche di programmazione e pianificazione di cui oggi non resta traccia a Roma e poche anche nelle regioni per il suolo come per il paesaggio e la natura. E deve essere chiaro che questo non significa come appare invece da troppe dichiarazioni ritornello semplicemente puntare sulla greenconomy che specie dopo disastri tipo Ilva ovviamente urge. Ma urge non di meno una politica ambientale che faccia i conti non solo con l’economia o meglio ce li faccia perché i beni comuni finalmente abbiano il posto che gli compete e a cui anche l’economia deve sottostare come dice la Costituzione.
Se non fosse chiaro; la green economy non rappresenta e tanto meno assorbe quelle nuove politiche ambientali con si sta misurando l’Europa e il mondo.
Abbiamo giustamente salutato il risultato elettorale nei comuni ma non possiamo dimenticare anche in regioni importanti dove abbiamo tradizioni forti di governo stiamo spesso offrendo uno spettacolo poco edificante di gestione di delicati comparti ambientali a cui già i governi avevano assestato pesanti mazzate. Se ne discuterà nei congressi o ci arraperemo solo sulle regole?
Renzo Moschini