Da anni Legambiente chiede che venga regolamentata l’attività motoristica all’interno e fuori dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, da anni denunciamo scorribande di moto da cross sui sentieri dell’Area protetta, da anni chiediamo che il Parco adotti le norme e il regolamento che consentano di fare quel che si dovrebbe fare in un parco: non consentire che si svolgano attività inquinanti e anacronistiche che sono il contrario di quello che hanno chiesto i giovani ieri alla Yuouth4Cimate di Milano: l’uscita dai combustibili fossili e la fine dei motori a scoppio.
Così, mentre i nostri amministratori e la nostra imprenditoria ormai ripetono come un mantra le parole “sviluppo sostenibile”, poi si organizzano rallye storici e no e campionati “vintage” di enduro, con mezzi motorizzati che sono il simbolo dell’insostenibilità, in questi anni le Amministrazioni comunali elbane hanno disertato tutte le riunioni indette dal Parco Nazionale per trovare una soluzione comune e decidere insieme dove consentire e dove no l’attività sportiva motoristica.
Il problema è che le Norme Tecniche di Attuazione del Piano del Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano non prevedono esplicitamente né divieti né indicazioni/indirizzi per questo tipo di manifestazioni e che rimandano tutto all’adozione di un regolamento che non è mai stato approvato, nonostante le sollecitazioni in questo senso del rappresentate delle associazioni ambientaliste all’interno del Direttivo del Parco Nazionale.
In mancanza del regolamento, il Parco dà i nulla osta sulla base dei divieti e delle indicazioni più generali riportate nelle Norme Tecniche di Attuazione riguardanti il transito con i mezzi motorizzati che è vietato “sui sentieri, fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio, e private, fatta eccezione per i mezzi di servizio, per le attività agro-silvo-pastorali e per i mezzi necessari alla pulizia degli arenili». Questo permette al Parco Nazionale solo le manifestazioni motoristiche che non sono conformi al Piano del Parco per le disposizioni delle Norme Tecniche di Attuazione, mentre lo spirito della Legge 394/91 va oltre, comprendendo il disturbo di flora e fauna che, in questi casi, è più che evidente.
Per esempio, per il rally, questi sono stati autorizzati dal Parco solo ed esclusivamente su strade asfaltate Comunali e Provinciali. Quindi percorsi già interessati da traffico locale.
Ma questo quadro molto permissivo non sembra bastare a qualche politico elbano che starebbe facendo pressione perché l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano deroghi dalla legge e dal Piano del Parco per consentire che il prossimo Enduro Vintage Trophy del 20 – 23 ottobre possa passare anche dai tratti di strada per i quali il Parco ha negato il nulla-osta.
Infatti, ci risulta che ad oggi l’Enduro Vintage Trophy sia stato autorizzato dal Parco solo ed esclusivamente dove è consentito il transito in base alla normativa attuale. In particolare i percorsi autorizzati coincidono con strade che presentano caratteristiche ben precise: larghezza adeguata m. 3,50/4,00, fondo adatto a percorribilità di più mezzi. Non è stato per esempio autorizzato il tratto previsto sulla strada della Segagnana, così come altri passaggi. E questo sembra aver sollevato le ire di qualcuno che forse avrebbe problemi irrisolti molto più importanti dei quali occuparsi.
Legambiente Arcipelago Toscano diffida chiunque dal cercare di violare la legge, il Piano del Parco e le sue norme per favorire iniziative anacronistiche e che, mentre l’Europa va verso le emissioni net-zero, danno dell’Elba e del suo turismo un’immagine obsoleta e arretrata.
Invita il Parco Nazionale a non concedere impossibili deroghe di nessun tipo e a procedere il più speditamente possibile all’approvazione di un regolamento che permetta a un Parco che è stato insignito della Green List, il maggior riconoscimento dell’IUCN, di difendere davvero il suo ambiente e ad essere coerente con i principi della Carta Europea del turismo sostenibile, che dovrebbe disincentivare e non certo favorire il turismo motoristico, altrimenti sarà ancora un’occasione per fare l’ennesima operazione di greenwashing che piace tanto ai politici elbani e alla GAT.
Invitiamo infine il Ministero della Transizione Ecologica a vigilare perché, a partire dalle Aree protette, questa transizione sia reale e rapida e non nasconda invece un ritorno al passato e all’esaltazione dei motori fossili.