Concluso il primo periodo di assestamento, condivido alcune mie considerazioni e critiche (costruttive come sempre) derivate dal nuovo metodo di conferimento. Cominciamo con la tempistica e partiamo dalla metà di agosto, quando l'amministrazione decise di partire col nuovo metodo di conferimento. Difficile tralasciare la modalità di convocazione: Facebook, nonostante l’immediatezza, non può essere l’unico canale comunicativo del Comune di Porto Azzurro e, vista la qualità di quella diretta streaming, sarebbe stato meglio non farla. Detto questo non erano state valutate le problematiche che si sarebbero riscontrate con la partenza di questo progetto, considerato l’enorme flusso di utenza. Fortunatamente, coinvolgendo le associazioni di categoria, è stato possibile posticipare l’entrata in vigore, permettendo una maggiore assimilazione del servizio da parte del cittadino ma soprattutto delle attività. Con un organico ridotto all’osso, l’immagine di Porto Azzurro in termini di pulizia ne ha risentito molto quest’estate e quello sarebbe stato un colpo di grazia.
Il riconoscimento del sacchetto con il QR code richiede troppo tempo e durante l’estate correremo il rischio di creare file semplicemente per buttare l’immondizia.
Passiamo adesso alla parte economica. La prima questione è il perchè si debba conferire la carta in un sacchetto di plastica. Alla fine i nostri sacchetti blu finiscono per essere svuotati (a mano) dentro uno scarrabile da un operatore. Questo vuol dire doppia spesa per il cittadino: la prima è l’1,50€ circa per pagare i sacchetti blu, la seconda (non meno importante) è quella di pagare un operatore che viene impegnato per svolgere una mansione infruttuosa, quando potrebbe occuparne un'altra più proficua ed utile. Altro punto è il costo dei sacchetti. Sul mercato è sicuramente minore e visto che andrebbero acquistati in ogni caso, sarebbe sufficiente che il Comune metta a disposizione solo il QR Code legato a ciascuna utenza. La macchina “Mangia-bottiglie” invece la reputo un’ottima soluzione. Amplierei però la premialità, offrendo la possibilità di scegliere anche uno sconto sulla Tari (parte variabile).
La terza considerazione è sull’accessibilità. La conformazione delle nuove ecoisole per alcuni ha un limite nell’utilizzo. Non solo (e sarebbe comunque un problema) per chi ha una disabilità o porta semplicemente un paio di stampelle, ma anche per chi ha una statura medio-bassa. Stendere le braccia, alzare il sacchetto, indirizzare correttamente il QR Code. Non è propriamente un modello di accessibilità universale.
Infine il risultato. A Porto Azzurro la differenziata si poteva fare anche prima di tutto questo progetto. Siamo in ritardo di 10 anni, non necessariamente confrontandosi al resto della Toscana ma rispetto al resto dell’Elba, ed ergersi a modello da imitare non è credibile. Quello che ci viene proposto come avanguardia è già superato proprio perché le attuali politiche ambientali, chiaramente orientate alla sostenibilità, non pensano più solamente al come differenziare ma a come produrre meno rifiuti. La nostra mozione per la fontanella di acqua pubblica, per esempio, andava proprio in quella direzione ma qualcuno ha preferito banalizzarla. In realtà non c’è mai stata la giusta sensibilità a questo tema da parte delle amministrazioni che si sono susseguite nel tempo, lo confermano i dati e non bastano le azioni spot. Alla fine le critiche costruttive sono sempre finite nella spazzatura. Indifferenziata.
Andrea Solforetti