Il 15 giugno Umberto Segnini di Econauta ha segnalato un delfino spiaggiato sull’arenile della Lamaia, una spiaggia al confine tra i Comuni di Portoferraio e Marciana, all’isola d’Elba, la foto pubblicata dai giornali locali evidenziavano che l’animale, un maschio di tursiope (Tursiops truncatus) di oltre 2,5 metri, era stato probabilmente ucciso dall’impatto con le eliche di un’imbarcazione.
Di solito le carcasse dei delfini, visto anche che ci si trova in pieno Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, vengono rimosse abbastanza celermente, invece nei giorni successivi a Legambiente Arcipelago Toscano e presumiamo alle Istituzioni che dovrebbero occuparsi della rimozione della carcasse sono arrivate continue segnalazioni del tursiope in progressiva decomposizione in una delle piccole spiagge più belle dell’Elba, nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed a due passi da uno degli arenili più famosi e più “in” dell’isola: la Biodola.
Ieri, 23 giugno, Micaela Bacchetta, del Centro Ricerca Cetacei, in un comunicato stampa scriveva: «È con grande dispiacere che vi segnaliamo che il delfino, un esemplare maschio adulto di Tursiope, è tuttora spiaggiato in evidente stato di decomposizione con conseguente problema per la balneazione e la salute pubblica. Nonostante le varie segnalazioni la carcassa sembra essere stata dimenticata dalle autorità. Al nostro Centro di ricerca Cetacei pervengono quotidianamente decine di segnalazioni da parte di bagnanti che notano la carcassa, purtroppo noi essendo un centro di ricerca privato non siamo autorizzati ad intervenire ed il compito della rimozione è legalmente assegnato agli enti pubblici locali (ASL e comuni). Speriamo che la situazione venga risolta al più presto intanto noi continueremo a segnalare il problema a chi ha il compito , il dovere ed il potere legale di agire».
Anche soci di Legambiente sono andati alla spiaggia della Lamaia ed hanno potuto constatare che la carcassa del delfino presenta profonde ferite alla coda sul dorso e sul muso e che la sua morte non sembrerebbe aver quindi nulla a che vedere con l’epidemia che quest’inverno ha ucciso molti cetecei, soprattutto stenelle striate (Stenella coeruleoalba) nel Mar Tirreno.
La permanenza di una carcassa straziata di delfino in piena estate e nonostante le segnalazioni su una spiaggia frequentata dell’Elba conferma ancora una volta che il Santuario dei Cetacei Pelahgos continua ad essere poco più di un segno sulla carta, ma il caso del tursiope della Lamaia è ancora più preoccupante. Infatti il delfino è spiaggiato ormai da oltre una settimana, costituendo un banchetto per i gabbiani, proprio di fronte all’Enfola, quindi a 3 Km in linea d’aria dalla sede del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che è anche la principale sede elbana dell’Osservatorio dei cetacei della Toscana.
Proprio all’Enfola il 12 ottobre 2012 tutti i Comuni elbani ad esclusione di Capoliveri hanno sottoscritto l’Adesione alla carta di partenariato del Santuario Pelagos, comprese le due amministrazioni che si dividono la spiaggia della Lamaia (che in realtà è quasi tutta nel Comune di Marciana). Scorrendo l’elenco dei Comuni che partecipano al partenariato del Santuario dei Cetacei si scopre che Marciana ha deliberato l’adesione l‘11/5/2012 e Portoferraio il 28/09/2012, la consegna della bandiera a 7 Comuni elbani è avvenuta il 12 ottobre 2012.
Ma cosa è la carta di partenariato del Santuario Pelagos? Come spiega lo stesso Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, «La Carta istituita a Monaco nel 2009 con Raccomandazione COP4/REC9 nella IV Conferenza delle Parti del Santuario, prevede la sottoscrizione tra Pelagos e i Comuni del litorale dei tre Paesi Contraenti, di un accordo finalizzato a ridurre al massimo le attività che hanno un impatto sui mammiferi marini. In particolare per l'Italia, si prevede la «demotonautizzazione sportiva» e altre specifiche azioni pedagogiche, informative, di formazione e vigilanza lungo i propri litorali. Al momento della sottoscrizione della Carta, viene inoltre consegnata dall'Autorità Nazionale competente (MATTM), la bandiera del Santuario Pelagos, tramite apposita cerimonia pubblica».
A parte che le gare di motonautica sono state proibite solo dopo una denuncia di Legambiente di una gara autorizzata tra Porto Azzurro, Orbetello e l’Isola del Giglio ed a parte il continuo traffico di imbarcazioni e traghetti veloci nel Santuario dei Cetacei, il ministero dice che i comuni che aderiscono «Potranno esporre la bandiera del Santuario, nei loro porti e ovunque lo riterranno utile».
Il caso del delfino della Lamaia, che resta per giorni e giorni a decomporsi su una spiaggia in piena stagione estiva, dimostra che quella Carta è completamente disattesa e che il Santuario dei Cetacei da segno sulla carta senza nessuna reale misura di salvaguardia e gestione rischia di diventare solo una bandiera da sventolare.