Mentre il mondo continua la sua (disuguale) ripresa dal Covid-19, il turismo, che è stato globalmente uno dei settori più colpiti dalla pandemia, secondo l’United Nations environment programme (Unep) «Ha l’opportunità di intraprendere un percorso più verde e più sostenibile. E’ una questione di rinascita, ma anche di sopravvivenza: la continua vitalità del settore con la riapertura dei confini dipende dal fatto che diventi più verde».
Il recente Emissions Gap Report 2021 dell’Unep ha avvertito che, nonostante i rinnovati impegni climatici dei Paesi, il mondo potrebbe ancora vedere un aumento della temperatura globale di 2,7° C entro la fine del secolo e l’industria turistica del turismo ha già risentito dell’impatto del riscaldamento globale: «L’aumento delle temperature aumenta il rischio di disastri naturali, mettendo in pericolo i siti turistici. Incendi boschivi più frequenti, inondazioni, innalzamento del livello del mare, insicurezza alimentare, erosione costiera, perdita di ecosistemi come le barriere coralline e distruzione dei siti del patrimonio culturale e naturale hanno tutti un impatto sulla sostenibilità a lungo termine dell’industria del turismo».
Alla COP26 Unfccc di Glasgow, Unep e World Travel and Tourism Council (WTTC) hanno lanciato la Net Zero Roadmap for Travel and Tourism. un piano ambizioso perché l’industria del turismo raggiunga il net-zero entro il 2050. Presentando l’iniziativa, Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep, ha detto che «L’azione climatica ha bisogno di un drastico passo avanti se vogliamo avere una possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C. Il settore dei viaggi e del turismo ha un grande interesse nella decarbonizzazione perché un pianeta distrutto non serve a nessuno».
L’industria turistica ha un impatto economico diffuso: si stima che nel 2019 rappresentasse il 10,4% del PIL mondiale e un posto di lavoro su 10 e Unep e WTTC concordano sul fatto che «La sua rinascita e longevità saranno fondamentali per garantire il suo continuo contributo ai mezzi di sussistenza e alle economie, ma solo se potrà essere reso sostenibile».
La nuova roadmap fissa obiettivi e parametri di riferimento per l’industria dei viaggi e offre raccomandazioni pratiche per le imprese su come raggiungere i loro obiettivi di azzeramento delle emissioni. «Ad esempio – spiega l’Unep – il passaggio dai combustibili fossili alle fonti energetiche sostenibili potrebbe ridurre notevolmente le emissioni legate al turismo. Gli hotel potrebbero introdurre misure per migliorare l’efficienza energetica, mentre se ne possono costruire di nuovi utilizzando pratiche di progettazione sostenibili. Le compagnie aeree possono migliorare la tecnologia aeronautica esistente aggiornando e riducendo il peso, il che aumenta l’efficienza del carburante e riduce le emissioni. L’industria delle crociere può ridurre le emissioni aggiornando le navi esistenti (attraverso HVAC e aggiornamenti dell’illuminazione) e progettando nuove navi per massimizzare l’efficienza energetica.
La Roadmap fa seguito all’approvazione, il 4 novembre, della Glasgow Declaration on Climate Action in Tourism che mira a riequilibrare il rapporto tra natura e turismo. La Dichiarazione è stata sviluppata in collaborazione tra Unep, United Nations World Tourism Organisation (UNWTO), Tourism Declares a Climate Emergency, The Travel Foundation e VisitScotland. Meno di una settimana dopo il lancio della dichiarazione, più di 300 firmatari si sono impegnati a condividere i loro piani d’azione entro 12 mesi dalla firma e a pubblicare i rapporti che tracciano pubblicamente i progressi fatti. I firmatari includono tra gli altri colossi del turismo come Organization of Eastern Caribbean States, Skyscanner, Accor, Iberostar Group, European Tourism Association che rappresentano diverse fasi della filiera turistica, evidenziando come ormai le preoccupazioni ambientali siano una priorità per buona parte di questo settore. Come parte di un più ampio piano d’azione climatico, ai firmatari sono state suggerite azioni per decarbonizzare il turismo.
La Andersen ha ricordato che «Il settore del turismo ha meno di 10 anni per accelerare la transizione verso soluzioni aziendali circolari e low-carbon, per creare nuove opportunità nella produzione di energia e dimezzare le emissioni dei trasporti entro il 2030 e per integrare soluzioni basate sulla natura nelle loro attività»
La transizione dall’attuale percorso alle emissioni net zero richiederà investimenti e innovazione significativi da parte dell’industria turistica e per supportare questa transizione l’Unep ha anche lanciato “Making the Business Case for Climate Smart Investments: Guidelines for the Tourism Sector”, che analizza le sfide che il settore privato deve affrontare nel finanziamento di azioni di mitigazione climatica nel settore del turismo. Le linee guida raccomandano l’adozione di tecnologie low-carbon e il cambiamento del comportamento turistico per consentire alle aziende di ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre i costi operativi e aumentare la loro efficienza, migliorando le prestazioni ambientali e affrontando il cambiamento climatico.
Nell’ambito della spinta globale verso il turismo sostenibile, nel 2020, Unep, UNWTO, Ellen MacArthur Foundation e Global Tourism Plastics Initiative hanno pubblicato il rapporto “Recommendations for the Tourism Sector to Continue Taking Action on Plastic Pollution During COVID-19 Recovery” che chiama il turismo a unirsi dietro una visione comune per affrontare le cause profonde dell’inquinamento da plastica.