Il primo febbraio 2021 Legambiente, CAI e Italia Nostra lanciarono un allarme sulle discariche grandi e piccole, vecchie, nuove e rimpinguate lungo la Grande Traversata Elbana (GTE), un itinerario naturale che attraversa l’isola da Est ad Ovest, spesso con passaggi in punti elevati che lasciano scoprire paesaggi mozzafiato e ambienti naturali, che si avvicendano nel percorso, sorprendenti per la loro diversità. Nonostante il valore ambientale, culturale e turistico di questo itinerario la GTE è offesa, nel suo tracciato, dalla presenza di discariche abusive di rifiuti di ogni specie. Eppure la GTE viene presentata e “venduta” per quel che in realtà dovrebbe e potrebbe essere: uno dei cammini e dei percorsi trekking - e per buona parte ciclabili - più belli d’Italia.
Le tre associazioni ambientaliste illustrarono con una copiosa documentazione fotografica quella che definirono «Una situazione vergognosa, indecente, non degna di un’isola civile che vive di turismo, ma che, nonostante le continue denunce delle associazioni, degli escursionisti e dei cittadini, delle iniziative e degli interventi sporadici di intervento, sembra essere divenuta una normale continuità ambientale degradata». Un allarme così forte che finì sulle pagine di alcuni giornali nazionali e le associazioni, rivolgendosi alle istituzioni ricordarono che «Il disastro che invade boschi, aree collinari e, spesso, zone costiere anche impervie, costituito dai più svariati materiali, recuperabili spesso solo con attrezzature professionali e particolari, non può essere affrontato né dagli interventi di volontariato o delle associazioni ambientaliste - che pur ci sono stati anche in maniera consistente - ne ricorrendo al dovere di civiltà dei cittadini.E’ l’ora di mettere fine a questa vergogna. E’ ormai urgentemente necessaria una imponente attività di ripristino ambientale che sia il risultato di accordi tra Amministrazioni Comunali, Ente Parco e la Gestione Associata del Turismo, affinché anche in base alla previsione normativa, parte delle risorse derivanti dal contributo di sbarco, siano destinate a finanziare i costi delle bonifica. Chiediamo con forza alle istituzioni interessate di avviare questo progetto non più rinviabile e senza il quale diventa davvero difficile parlare di green economy e di un futuro sostenibile per l’Elba: non possiamo propagandare un’isola verde e pulita se la GTE è disseminata di discariche. Sarebbe semplicemente una bugia, come può con facilità scoprire chi decide di percorrere la GTE, per trekking, escursionismo, ciclismo».
Un appello accolto il 9 febbraio 2021 con la convocazione di una riunione sul tema che vide la partecipazione del Sindaco di Portoferraio Angelo Zini in rappresentanza di tutti i Comuni, Gestione Associata del Turismo (GAT), Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Elbana servizi ambientali (ESA) Legambiente, Club Alpino Italiano e Italia Nostra, Ambito Territoriale di Caccia e Federcaccia per dare il via a un grosso progetto per ripulire tutta la GTE e gli altri percorsi limitrofi e costieri e durante la quale tutte le istituzioni interessate confermarono il loro contributo in base alle loro competenze e responsabilità.
Un intervento che doveva basarsi su un censimento punti puntale delle discariche, coordinato da CAI, Legambiente e Italia Nostra e che è stato realizzato con il contributo fattivo di altre associazioni e di molti cittadini, conclusosi già, come previsto, nella primavera 2020 (e aggiornato successivamente), ma i cui dati non sono stati resi noti in piena stagione turistica per non danneggiare l’immagine dell’Elba.
Ora, ormai a un anno dall’avvio del censimento, CAI, Legambiente e Italia nostra rendono noti i risultati delle discariche censite di: rifiuti non pericolosi (urbani e ingombranti + sfalci di vegetazione, spesso mischiati); rifiuti pericolosi (Eternit, guaine bituminose, ecc,); veicoli abbandonati costituenti rifiuti: inerti e altro materiale edile.
I punti abbandono dei rifiuti censiti sono 96 e 40 di questi sono all’interno del Parco Nazionale Arcipelago Toscano che, lo ricordiamo, non ha competenza in materia di rifiuti, ma che ha evidentemente un grosso problema “indiretto” da affrontare che danneggia ambiente e biodiversità.
Poi ci sono le innumerevoli microdiscariche ai bordi delle strade provinciali e comunali asfaltate che, pur segnalate in diverse occasioni, non sono state incluse in questo censimento ma che hanno sicuramente bisogno di un intervento radicale iniziale e poi di un’opera di pulizia costante, in particolare durante la stagione estiva.
Quanto censito è probabilmente solo una parte, la più evidente, di quanto è stato gettato nei boschi e lungo le coste elbane.
Ora, concluso il censimento, è arrivato davvero il momento che le istituzioni facciano quanto promesso un anno fa e diano il via a un grande progetto di bonifica, prevenzione e informazione per cancellare questa vergogna che sfregia il territorio della nostra isola. E’ chiaro che per farlo c’è bisogno di un finanziamento dedicato, certo e continuo (come prevederebbe in materia la legge sul contributo di sbarco), e che il volontariato non può continuare a fare da foglia di fico per un problema di inquinamento diffuso e di cattiva economia che va risolto con metodi e mezzi professionali.
Legambiente, CAI e Italia Nostra ringraziano tutte/i le/i cittadine/i e le associazioni che hanno contribuito al censimento delle discariche, invitano Comuni e GAT a fare presto e bene e restano disponibili per dare nuovamente un contributo concreto al grande e necessario progetto di bonifica della nostra meravigliosa isola.
Mappa delle discariche censite al link:
https://www.alltrails.com/explore/map/gte-mappatura-discariche-abusive-417fbbf