La fondazione dell’Orto dei Semplici Elbano è avvenuta quasi 30 anni fa in seguito al restauro complessivo del sito dell‘Eremo di S. Caterina sul Monte Serra, iniziato nel 1988. Fin dai primissimi anni, l’Orto è stato aperto alle visite al pubblico perché l’Associazione “Amici dell’Eremo di S. Caterina”, proprietaria della struttura, ha sempre avuto il desiderio di mettere l’Orto al centro di un progetto di comunicazione ambientale. L’Orto rappresenta dunque una pietra miliare nelle politiche di conservazione e di musealizzazione naturalistica dell’Arcipelago Toscano.
Si tratta di un struttura museale unica nel suo genere in tutto l’Arcipelago e nel contesto delle isole del Mediterraneo. Un luogo unico perché gli Orti Botanici sono musei viventi, nei quali le collezioni delle piante messe a dimora seguono criteri scientifici con finalità didattica, ricreativa e di conservazione della biodiversità vegetale. Un luogo unico perché oltre a perseguire obiettivi di comunicazione ambientale, questo Orto è permeato di simboli e di un paesaggio tradizionale, ossia custodisce valori e identità locali. In questo luogo la componente estetica non è lasciata al caso rappresentando un connubio tra scienza e arte che pochissime strutture museali possono vantare. Tutto ciò è dovuto al contributo di artisti e scienziati, provenienti da tutto il mondo e che ancora prima che l'Orto fosse realizzato hanno lavorato lasciato la loro traccia. Su tutti il fotografo e intellettuale Hans Georg Berger, ideatore del progetto che da subito ha capito la valenza e l’importanza della presenza di un Orto Botanico all’Isola d’Elba aperto al pubblico. Un luogo che da sempre è stato concesso, con convenzioni d’uso gratuite, agli enti locali che ne hanno supportato il mantenimento, cosa che l’Associazione “Amici dell’Eremo di S. Caterina” non sarebbe riuscita a fare da sola.
Ho avuto il piacere di conoscere l’Orto dei Semplici Elbano da studente universitario, su segnalazione del prof. Fabio Garbari dell’Università di Pisa, uno dei fondatori della struttura. Già durante le prime visite ho sempre avuto la sensazione di essere ospite di un ambiente perfettamente integrato nel paesaggio tradizionale, a misura d’Isola! Negli ultimi 3 anni, in veste di responsabile scientifico, ho avuto il privilegio di conoscere più a fondo cose e persone che animano questo luogo eccezionale. Abbiamo censito tutte le specie in coltivazione (oltre 300), inciso i nuovi cartellini identificativi per tutte le piante dell’Orto, incrementato le collezioni con le principali specie endemiche dell’Arcipelago Toscano e progettato alcune aiuole sperimentali per dimostrare la creazione di un giardino di impronta sostenibile e identitaria, riproducibile anche in giardini privati.
Solo lo scorso anno, nonostante le limitazioni emergenziali causate dalla pandemia, la struttura ha richiamato oltre 4000 visitatori e ha raccolto numerosi apprezzamenti. L'Orto è riconosciuto dal Gruppo per gli Orti Botanici e Giardini Storici della Società Botanica Italiana; in questo contesto è auspicabile ufficializzare e rinsaldare i rapporti con la comunità scientifica, garantendo i più alti standard di musealizzazione in ambito botanico. Recentemente la nostra struttura è stata invitata a partecipare al primo congresso degli Orti Botanici toscani, che si svolgerà il 1 Luglio 2022 presso l’Orto e Museo Botanico di Pisa con il patrocinio della Società Botanica Italiana. Sarà un evento per convergere verso soluzioni condivise ispirate alla “Carta degli Orti Botanici” (redatta dalla stessa Società), dove sono elencati i requisiti minimi per riconoscere ufficialmente una struttura come Orto Botanico che il nostro Orto supera a pieno titolo!
Tutto questo non sarebbe possibile senza la tenacia di un giardiniere come Roberto Ballini e di un abile collaboratore come Andrea Lunghi e naturalmente grazie all’impegno dell’Associazione, che ha messo gratuitamente a disposizione delle comunità locali questo luogo straordinario. Fondamentale il recente ingresso, nella diretta gestione dell’Orto del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, che negli ultimi anni ha avuto un ruolo di protagonista.
Ci sono ancora moltissime cose da fare, che vanno ben oltre la manutenzione delle collezioni, per esprimere tutto il potenziale didattico e ricreativo della struttura. Mi riferisco al coinvolgimento delle scuole, alla formazione delle Guide Ambientali e al miglioramento dell’accessibilità turistica, che permetterebbero di diventare nodo di una rete di eccellenza di cultura ambientale. Per sviluppare questo percorso è essenziale garantire continuità dell’apertura al pubblico, che in questo momento è sospesa a causa di limitazioni di natura economica. Speriamo dunque in un rinnovato interesse delle amministrazioni locali alla gestione di questo gioiello Elbano!
L’Orto dei Semplici Elbano ha sinora rappresentato un centro culturale unico nel suo genere, non solo perché le discipline botaniche sono poco rappresentate nel territorio, ma soprattutto per la qualità delle collezioni e lo stile espositivo. La chiusura dell’Orto è un freno alla diffusione della cultura ambientale e impoverisce l'immagine che l'Arcipelago offre ai visitatori. L'Orto ha le caratteristiche ideali per costituire un polo di aggregazione scientifica e didattica e per ricoprire un importante ruolo formativo per coloro che operano nel settore naturalistico e turistico, in stretta sinergia con il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e con il Sistema Museale dell'Arcipelago Toscano.
Prof. Angelino Carta, Dipartimento di Biologia, Università di Pisa