Troppo silenzio da parte delle Istituzioni elbane sul tema del Rigassificatore di Piombino.
Non solo silenzio ma addirittura rassegnazione nelle parole di alcuni sindaci, come il Sindaco di Portoferraio Zini, che nel presentare l’argomento durante il consiglio comunale del 29 Giugno scorso , ha dichiarato che ormai non si può fare più niente; si può solo vigilare affinché il progetto sia realizzato con tutti gli accorgimenti necessari a scongiurare danni all’ambiente e alle persone.
Non siamo d’accordo!
Sarebbe stato opportuno che tutti e 7 i sindaci elbani fossero scesi in piazza a fianco del collega Ferrari sindaco di Piombino dimostrando ,una volta tanto, una unitarietà’ di intenti sempre più rara.
Noi elbani corriamo gli stessi rischi della popolazione della costa piombinese e forse abbiamo qualche ragione aggiuntiva per dolerci di questo potenziale rischio.
Ci dovrebbe far pensare l’impressionante mole della relazione SNAM sul progetto le cui cartelle con grafici sono stati pubblicati sul sito della Regione il 22 luglio scorso.
Una infinita sequela di argomentazioni scontate e inutili che non hanno minimamente spiegato da nessun punto di vista l’impatto che potrebbe avere questa realizzazione.
Concetti generali infarciti di aggettivi che ,nella mente contorta dei progettisti,sono stati usati con l’obiettivo di tranquillizzare e che invece hanno esattamente l’effetto contrario.
L’articolazione complessa della documentazione sembra studiata ad arte per scoraggiarne la consultazione.
Quando si legge che il progetto presenta un ‘rischio trascurabile ‘ bisogna capire che cosa significa tale termine e subito invece preoccuparci in quanto il termine corretto che dovrebbe essere usato e’ ‘rischio inesistente ‘ trattandosi di una nave che dovrebbe sostare in porto con un carico così enorme di gas.
Si legge nell’analisi dei rischi sulle tre Macroaree sottoposte a studio che «nessuna ricade nelle tre categorie di rischio più elevato (molto alto, grave e gravissimo); un’unica unità ricade nella categoria di rischio Alto (I e II), e si tratta dell’unità serbatoi di stoccaggio Gnl la cui classificazione di rischio è dovuta principalmente al fattore quantità»
Quindi si evince che siamo di fronte a dei rischi e quindi non siamo in piena sicurezza.
Altro aspetto preoccupante quando viene definito ‘basso’ l’impatto ambientale.
La simulazione degli effetti dello sversamento dell’ipoclorito di sodio a valle del procedimento di riscaldamento del GNL per farlo rigassificare e’ un procedimento che in pratica sversa varichina in mare.
Come se questo fosse un processo di poco conto il tema viene liquidato con semplicità dichiarando che “ i sistemi di controllo degli scarichi garantiranno il rispetto dei limiti normativi in tema di scarichi idrici e permetteranno di intervenire in caso di anomalie».
Restiamo attoniti di fronte ad affermazioni così generiche e prive di un qualsiasi supporto scientifico.
‘Basso’ anche l’impatto per rumore e vibrazioni sull’atmosfera.
Tutto ciò senza un numero, senza riferimenti precisi e dettagliati dai quali si possano evincere possibili conseguenze in base a studi statistici.
Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di non partecipazione democratica aggravato in questo caso da un enorme potenziale rischio che non pesa solo sulla popolazione piombinese e limitrofa ma sull’intera Toscana e perfino italiana.
Una intervista all’illustre chimico Prof. Malanga spiega con precisione l’entità del rischio che correremmo ma che già corriamo con il Rigassificatore di Livorno.
La transizione ecologica si deve fare solo con le rinnovabili e trovare la scorciatoia del Rigassificatore contrabbandandolo come una soluzione temporanea ha il sapore della tragedia annunciata.
Leonardo Preziosi
Italia Nostra Sezione Arcipelago Toscano