La foto, se non ricordo male fu scattata da Civilini, ritrae una sciroccata che nel 1966, con onde alte, dicevano, 22 metri spezzò e spostó di 14 metri la diga del porto; se vi fate una camminata si vede ancora la parte rifatta.
La tengo incorniciata perché quel giorno la mia famiglia traslocava in viale Amendola 45, il vento ci creò un sacco di problemi.
ORA MI CHIEDO:
E se in porto ci fosse stato il rigassificatore e la relativa nave carica? Cosa sarebbe potuto accadere? Per fortuna non c’era.
MI SI DIRA’:
La son passati più di 50 anni e ‘un se’ più visto niente der genere (il fiorentisismo è d’obbligo).
Già, intanto ci si ricorda bene la ruota panoramica di Piazza Bovio girare come una trottola spinta dall’uragano nato a San Vincenzo (secondo i ben informati) e poi chi sarebbe pronto a scommettere che quella sciroccata non si ripeterà? In fin dei conti, da un punto di vista probabilistico, più tempo passa e più si avvicina il ripetersi di un evento avvenuto, mi pare intuitivo. I piombinesi sanno bene quanto il porto sia esposto allo scirocco.
Forse è meglio non piazzare una bomba ad orologeria innescata in quelle acque.
Luciano Vitali